
Il brutale omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne scomparsa e trovata cadavere l’altro ieri vicino al lago di Barcis (Pordenone), riaccende con prepotenza i riflettori su una piaga che è ben lungi dall’essere sconfitta. Quella della violenza di genere. Una ferita aperta sulla quale sabato si tornerà a riflettere in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne e che anche a Ferrara ha le sue pesanti ricadute.
Per rendersene conto basta analizzare i dati relativi all’attività degli inquirenti, i cui uffici sono sempre più spesso al lavoro su reati da Codice rosso (la più recente legge in materia di violenza di genere). Solo nei primi sei mesi del 2023 la procura ha aperto più di duecento fascicoli per reati che ricadono sotto l’ombrello di quella normativa. Praticamente uno al giorno. Un dato che fa pensare. Così come fa riflettere l’andamento degli ammonimenti emessi dal questore a carico di soggetti che si rendono responsabili di stalking, maltrattamenti, lesioni o percosse. Nell’arco di tre anni sono state emesse ben 130 misure di prevenzione di questo genere. Praticamente una ogni otto giorni. E non è poco in una relatà come la nostra, che sta registrando un trend in aumento almento per quanto riguarda il raffronto tra 2023 e 2022. Nella quasi totalità dei casi i destinatari sono maschi, a testimonianza di come prevalga ancora la circostanza secondo cui la violenza di genere è condotta da uomini dei confronti di donne. Al momento sul nostro territorio tali misure sembrerebbero non registrare recidive: in sostanza non si riscontrano escalation da parte del soggetto ammonito. Al netto di possibili casi in cui i soprusi tra le mura domestiche continuano senza che la vittima trovi la forza di denunciare, si può dire che il provvedimento del questore raggiunga quasi sempre il risultato prefissato.
Oltre agli aspetti di pronto intervento e investigativi, la questura si muove anche su un’altra direttrice nella complessa lotta contro la violenza di genere. Come spiega Sergio Russo, dirigente della divisione Anticrimine, una parte importante del lavoro della polizia di Stato si fonda infatti sulla prevenzione. Il che significa, tra le altre cose, attività di sensibilizzazione nelle scuole medie e superiori per far passare un messaggio di cambiamento culturale. Altro fronte è quello delle attività condotte fianco a fianco con le istituzioni, come l’apposito protocollo che a breve verrà sottoscritto proprio qui a Ferrara. Il tutto nell’ottica di combattere questa piaga non solo dal punto di vista repressivo, ma anche da quello assistenziale. In questo solco un ruolo di primo piano lo ricoprono la prefettura, l’Ausl, i centri che si occupano di assistenza delle donne maltrattate e che seguono gli uomini maltrattanti, gli avvocati e tutte le professionalità che possano avere voce in capitolo in quella che è una battaglia di civiltà.