Storie di famiglie salvate dall’oblio

L’ottavo quaderno dell’Archivio di Stato svela le vicende dei Fink, di Arrigo Tedeschi e di Oddone Pesaro

Storie di famiglie salvate dall’oblio

Storie di famiglie salvate dall’oblio

di Francesco

Franchella

"In un angolo del campo di concentramento, a un passo da dove si innalzavano gli infami forni crematori, nella ruvida superficie di una pietra, qualcuno, chi?, aveva inciso con l’aiuto di un coltello forse, o di un chiodo, la più drammatica delle proteste: ‘io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia’". Inizia così, con un’emblematica citazione di Luis Sepulveda, l’ottavo dei Quaderni dell’Archivio di Stato, presentato ieri nella Sala degli Esposti dell’archivio di Ferrara e voluto dall’Archivio di Stato e dalla Comunità Ebraica. La frase di Sepulveda è emblematica perché riassume il senso, l’utilità di questa pubblicazione, la cui presentazione rientra nelle celebrazioni del Giorno della Memoria di quest’anno. Altrettanto esplicativo, il titolo: ‘Usciti dall’oblio – La famiglia Fink, Arrigo Tedeschi e Oddone Pesaro nei ricordi e nelle carte d’archivio’.

Il quaderno è curato dal direttore dell’archivio, Davide Guarnieri, con testi del rabbino capo Luciano Meir Caro, di Davide Guarnieri e della ricercatrice Laura Graziani Secchieri. "Uno dei miei obiettivi – dice Guarnieri – era ristabilire i rapporti con la Comunità Ebraica di Ferrara". Per questo quaderno numero 8, si è deciso di "approfondire le figure di cittadini ebrei ferraresi, per i quali non era stata fatta alcuna ricerca specifica. Vorremmo fare un quaderno all’anno, anche su altre figure magari già studiate". Poi, arriva la proposta, rivolta al Comune, di intitolare un asilo a Bruno Farber, neonato di soli tre mesi, prelevato dai fascisti il 5 febbraio, insieme alla nonna Rosa Birnbaum, le figlie di Rosa Birnbaum, Lina ed Ester, e i figli e le figlie di quest’ultime (tra i quali, il piccolo Bruno).

"Vennero fermati – scrive Guarnieri nel quaderno – a Cassana presso un non meglio specificato Azzo o, più probabilmente, una famiglia Azzi". Questo avvenne in quei pochi giorni in cui vennero arrestati praticamente tutti i componenti delle famiglie Fink, Farber e Rothstein. Il 5 febbraio, in realtà, è la data fornita dal racconto di Enrico Fink, presidente della Comunità Ebraica di Firenze e discendente della famiglia Fink. Tuttavia, come sottolinea Guarnieri, "le carte della questura spostano al giorno 10 gli arresti". Ecco un altro punto di forza del volumetto: incrociare il dato orale al dato scritto (sono diversi i documenti dell’epoca riprodotti nel quaderno). Ne deriva un’immagine tanto vivida quanto (e più) precisa di ciò che è stato. "Non celebriamo la Memoria con delle parole o delle rievocazioni retoriche – afferma il Luciano Meir Caro –, ma con un progetto operativo per cercare di capire l’incapibile". "Esprimo la gratitudine della Comunità Ebraica di Ferrara – così il presidente , Fortunato Arbib – all’Archivio di Stato e a chi ha svolto questa ricerca: l’auspicio è che questo lavoro possa proseguire, perché l’oblio possa lasciare spazio alla memoria". In ultimo luogo, quindi, va detto come il Quaderno non manchi di sottolineare quanto espresso da Enrico Fink: "Il giorno della memoria è una celebrazione della società civile, che non possiamo sottovalutare, perché è stata la nostra stessa comunità italiana a sostenere con forza, a essere complice e proattiva nelle persecuzioni e negli stermini".