MATTEO RADOGNA
Cronaca

Strade sicure, la battaglia delle mamme: “Interveniamo prima della tragedia”

La petizione ieri pomeriggio davanti alla materna Neruda promossa da un gruppo di genitori. “Siamo stanche di dover rischiare la vita per accompagnare i nostri figli. Non si aspetti l’irreparabile”

Strade sicura, la battaglia dei genitori in via Comacchio: ecco la raccolta firme

Strade sicura, la battaglia dei genitori in via Comacchio: ecco la raccolta firme

Ferrara, 22 maggio 2025 – “Dove devo firmare?”. Basta accennare al pericolo di attraversamento in via Valle Gallare e, soprattutto, sulla trafficata Comacchio, che il genitore di turno è pronto ad aderire alla raccolta firme del ’Consiglio di partecipazione’. “Sì, avete ragione. Qui si rischia la vita. È un paradosso che succeda mentre un genitore porta il figlio a scuola, un gesto che dovrebbe essere fra più sicuri al mondo”, sottolinea un altro papà.

C’è la coda davanti alla scuola materna Pablo Neruda, anche i nonni vogliono firmare, perché spesso sono loro a doversi occupare del trasporto dei nipotini. “Vogliamo raggiungere le 300 firme – esordiscono la presidente del comitato Giovanna Mannella e Renata Vecchiatini – anche se ne basterebbero 100 secondo il regolamento comunale. Vogliamo seguire tutte le procedure corrette e sottolineare che la nostra iniziativa non ha connotazioni politiche. Abbiamo informato di questa raccolta firme il dirigente scolastico di che a sua volta è in contatto con gli assessorati comunali preposti”.

Vecchiatini indica con lo sguardo la strada che arriva all’incrocio pericoloso su via Comacchio: “è spesso teatro di incidenti o situazioni al limite. Ve lo mostrerei ma siamo qui a raccogliere le firme e dentro il plesso si sta svolgendo una festa dei bambini. A sorvegliarli ci siamo soltanto noi genitori e, quindi, dobbiamo restare qui. Ma il rischio che corriamo ogni volta che accompagniamo i nostri figli a scuola, può essere rappresentato da chiunque. Basterebbe fermare un qualsiasi residente della zona”.

Intanto, le mamme accorrono con le loro magliette colorate e mano nella mano con i figli. I piccoli ascoltano e sembra che annuiscano: hanno compreso anche loro l’importanza di un percorso sicuro per arrivare in classe.

In fila per firmare, dietro gli occhiali scuri, c’è Mattia Zanardi, uno dei primi papà ad aderire: “L’iniziativa delle raccolta firme è più che lodevole e non ha alcun connotato politico. Basterebbe predisporre qualche intervento come installare una segnaletica adeguata e dei divieti. Poi non guasterebbe avere un controllo maggiore da parte della polizia locale. So che devono fare molto, ma anche la nostra situazione è importante. Già, comunque, avere dei divieti o deterrenti, innalzerebbe la sicurezza”.

I problemi per Elisabetta Salviato esistono da tempo: “C’è ansia nell’attraversare la strada a causa degli incidenti accaduti anche di recente. Vogliamo soltanto poter raggiungere la scuola a piedi o in bicicletta senza dover rischiare di essere investiti. Siamo dalla parte di una mobilità sostenibile, ma bisogna dare l’opportunità di lasciare l’auto a casa”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Maria De Sio: “Ho ascoltato quanto raccontato dagli altri genitori e sono d’accordo con loro. Non dobbiamo aspettare che si verifichi un incidente grave o addirittura mortale, dobbiamo intervenire subito per evitare una tragedia. Dopo tanti episodi che sono accaduti in via Comacchio, è assurdo che serva anche una raccolta firme. La sicurezza delle famiglie deve essere messa al primo posto. Spero che le nostre richieste vengano accolte nel più breve tempo possibile”.

A creare pericoli la mancanza di illuminazione e gli alberi vicino all’attraversamento di via Comacchio. Ne è con vinta Marina Merli: “L’attraversamento risulta quasi nascosto dalla vegetazione e, quando cala la sera, mancano le luci necessarie per renderlo più visibile. La mia proposta? Più controlli da parte della polizia locale e un rilevatore di velocità. Sì, perché purtroppo su via Comacchio c’è chi corre troppo”. Ne sanno qualcosa madre e figlia investite (e vive per miracolo) a fine aprile o l’anziana travolta e uccisa a luglio dell’anno scorso più o meno nella stessa zona. “Stiamo soltanto segnalando un’emergenza sotto gli occhi di tutti”, conclude Vecchiatini