"Strage di Bologna, il murale racconta la verità ai giovani"

Inaugurata nel parco dell’area ex Camilli l’opera di Alessio Bolognesi: "Ho cercato di far riflettere chi si ferma a guardarlo"

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Un uomo oppresso, imprigionato, impaurito, la cui testa è sostituita dall’orologio della stazione di Bologna, con le lancette ferme alle 10.25. "Non ho puntato tanto sul colore, quanto piuttosto sulla volontà di far riflettere chi si ferma a guardarlo". E’ lo stesso artista, Alessio Bolognesi di ‘Vida Krei’, a spiegare il significato del murale che da ieri mattina abbellisce il nuovo parco dell’area dell’ex Camilli, lungo via Darsena. Un disegno di cinque metri per sette, voluto dalla Regione per onorare la memoria delle vittime della strage del 2 agosto 1980. Un bozzetto piaciuto subito, un paio di giorni di pittura e, ora, quel disegno rimarrà impresso sul muro per sempre. "Quella data – ha puntualizzato l’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli – rimane indelebile dentro ognuno di noi in quanto ha toccato le corde più profonde, quelle della democrazia. La memoria deve essere il carburante principale per la coscienza". E l’obiettivo del progetto – che prevede la creazione di un murale in ogni città emiliano-romagnola – è proprio questo: far ricordare, a chi c’era, cosa ha significato quella strage e, parallelamente, far riflettere i più giovani che quell’afoso giorno del 1980 non erano ancora nati. Ma oltre a ciò, c’è anche altro. Un secondo intento della Regione, rappresentata al taglio del nastro dalla consigliera Marcella Zappaterra, è anche quello di "creare una sorta di unica tela che unisca tutte le città, riqualificando al tempo stesso gli spazi urbani con l’arte dei murales". Il luogo, nel caso di Ferrara, non è dunque stato scelto a caso: "Vogliamo che questo giardino – ha proseguito l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Maggi – diventi una sorta di stazione, dove la gente si possa fermare a riflettere. E, per questo, l’intera area verrà dedicata alla memoria di quel triste giorno, con tanto di targa; perché la strage di Bologna è una ferita che ancora non si è rimarginata". Un dipinto angosciante, in cui l’uomo in ginocchio (colorato di un giallo antico), in pantaloni lunghi e camicia, cerca di evadere da uno spazio ristretto in cui pare essere intrappolato: il suo capo, come detto, è sostituito dall’orologio della stazione, mentre lo sfondo è completamente uniforme, senza punti di riferimento. In alto a sinistra, la fatidica data della strage. "E’ corretto fornire alle future generazioni la verità trasparente – ha concluso Paolo Lambertini, vicepresidente dell’associazione ‘Vittime del 2 agosto 1980’ – ed è bello sapere che chi passerà qui davanti si interrogherà sul significato di ciò che è avvenuto".

Matteo Langone