"Strage: Paolino, l’ultima vittima riconosciuta"

Vigarano, Comune e familiari hanno ricordato Bianchi, ucciso a 49 anni dalla bomba che il 2 agosto 1980 distrusse la stazione di Bologna

"Strage: Paolino, l’ultima vittima riconosciuta"

Vigarano, Comune e familiari hanno ricordato Bianchi, ucciso a 49 anni dalla bomba che il 2 agosto 1980 distrusse la stazione di Bologna

Una preghiera e un mazzo colorato di fiori, per ricordare un uomo buono e non dimenticare una terribile ferita del terrorismo alla storia d’Italia, affinché non accada mai più. Ieri mattina, al campo santo di Vigarano Mainarda, le autorità civili e militari, i cittadini e gli amici, hanno ricordato Paolino Bianchi, l’uomo di cinquant’anni, di Vigarano Mainarda, morto dilaniato dalla bomba della strage di Bologna di sabato 2 agosto 1980. Paolino Bianchi era fermo al primo binario. Quella mattina aveva salutato l’anziana madre Ida, era salito sul motorino che aveva lasciato in deposito alla stazione di Ferrara, per poi prendere il treno verso Bologna. Da li, sul primo binario, stava aspettando il treno per Arco di Trento, sul Garda, per trascorrere una settimana di vacanza. Il sogno di qualche giorno di riposo dal lavoro e il cuore che batteva per una donna, un’amica, che avrebbe incontrato come ogni anno in quella località di villeggiatura. "E’stato uno delle ultime vittime ad essere riconosciuto – racconta l’amico Rossano Sivieri di Copparo, che ieri, come ogni anno, ha partecipato alla commemorazione con la divisa dei Lagunari insieme ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche –. Solo alcuni giorni dopo, quando a casa non arrivava nessuna telefonata alla madre come era solito fare quando andava in vacanza, nella casa di Vigarano alla madre e ai famigliari è sorto il sospetto che potesse essere stato coinvolto nella strage".

I famigliari a quel punto hanno iniziato a cercarlo e purtroppo quel sospetto era vero. Nel tragico e drammatico riconoscimento, proprio quella medaglietta metallica, con inciso un numero, che veniva consegnata alla stazione di Ferrara a chi lasciava in deposito il motorino, era stata fondamentale. "Lo conoscevo come amico di famiglia – ricorda l’amico Sivieri –. Era riservato e molto educato. Era taciturno ed era sempre molto gentile. Paolino aveva delle mani d’oro, era una di quelle persone che riusciva a fare di tutto e con questa sua capacità di aggiustare, di costruire, di lavorare, era sempre riuscito a cavarsela e ad aiutare la famiglia".

Aveva perso il padre e la madre, rimasta vedeva, era ormai anziana: "Ida non si è mai ripresa dalla tragedia della perdita del figlio – racconta la cugina Liliana Lodi –. Era rimasta da sola. Non aveva più nessuno. Ci siamo presi cura di lei fino all’ultimo giorno. Ogni anno partecipo a questo momento di ricordo che organizza l’amministrazione comunale di Vigarano. Quando non ci sarò più spero che ci saranno i giovani a non dimenticare". "Coltiviamo memoria, preghiera e ricordo per lui e per tutte le vittime degli attentati , delle guerre, delle violenze che stroncano la vita degli innocenti - ha detto don Christian Piva - e preghiamo perché ci sia pace". "Ha perso la vita senza nessuna colpa – ha detto il sindaco Davide Bergamini –. E’ una giornata che incide un segno profondo lasciando ombre nella storia del nostro paese. Vogliamo creare un solco e lasciare alle nuove generazioni principi che prendono le distanze e trasmettere loro un messaggio di pace". C’erano l’intera giunta, i consiglieri comunali, i volontari delle protezione civile, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche. Il sindaco, con il gonfalone, ha poi partecipato a Bologna alla commemorazione della strage.

Claudia Fortini