Stupro Ferrara, violenta e perseguita la ex. Condannato

Il 36enne dovrà scontare sette anni di pena. La difesa: "Ora Appello". L’uomo aveva anche diffuso video e foto intime di lei

La difesa dell’imputato non si è sbilanciata, pur annunciando il ricorso in Appello

La difesa dell’imputato non si è sbilanciata, pur annunciando il ricorso in Appello

Ferrara, 24 gennaio 2020 - Sette anni di reclusione per aver perseguitato e violentato la ex fidanzata. Si è concluso con questa decisione il processo di primo grado per una vicenda che si è svolta tra il 2015 e il 2016 a cavallo tra le province di Ferrara e Bologna, e in particolare nella zona di Pieve di Cento. Imputato per quegli episodi è un uomo di 36 anni, assistito dall’avvocato Veronica Pettazzoni. Secondo quanto denunciato agli inquirenti, la vittima, nel periodo in cui frequentava l’imputato, avrebbe subito un rapporto sessuale contro la sua volontà. Ma non è tutto. A relazione interrotta, la ragazza avrebbe subito anche una serie di atti di stalking, consistiti – sempre secondo l’impianto accusatorio – in telefonate, messaggi, appostamenti sotto casa e altri atteggiamenti che avrebbero minato la sua serenità. Queste le accuse delle quali si è discusso ieri davanti al collegio presieduto dal giudice Piera Tassoni.

Ma quella vicenda comprendeva anche altri episodi, ora stralciati e in at tesa di essere discussi in un processo a parte. A storia finita, infatti, il 36enne avrebbe diffuso per ripicca una serie di foto che immortalavano la parte lesa in atteggiamenti intimi. In tutto si tratterebbe di dodici video e centododici immagini. Fatti in parte valutati nell’ambito dell’accusa di stalking e in parte finiti al centro dell’altro procedimento, che inizierà il 18 marzo. In questo filone giudiziario le accuse sono l’accesso abusivo a sistema informatico (quando cioè il ragazzo avrebbe eseguito l’accesso al profilo Facebook e alla casella email della giovane per tenerla sotto controllo) e la violazione della legge del 2003 in materia di trattamento dei dati personali (la divulgazione delle immagini).

Di questo, come detto, si inizierà però a discutere a tra due mesi. Ieri si è invece chiuso il filone principale, relativo a un singolo episodio di violenza sessuale e a una serie di atti persecutori. Il tribunale ha accolto le richieste formulate dal pubblico ministero Isabella Cavallari, emettendo una sentenza di condanna a sette anni di reclusione. La difesa dell’imputato non si è sbilanciata in commenti pur annunciando il ricorso in Appello. "La sentenza verrà impugnata – sono state le uniche parole dell’avvocato Pettazzoni –. Ma aspettiamo la motivazione". Poche parole anche da parte del difensore di parte civile, l’avvocato Sara Balzani. "Giustizia è fatta – ha tagliato corto a fine udienza –. La sentenza parla da sé".