"Su Internazionale, dal Pd la solita presunta superiorità culturale"

di Alessandro Balboni *

La “sincera preoccupazione” del signor Sasso relativa allo “snaturarsi” della vera essenza del Festival Internazionale mi lascia stupefatto. Altissima è infatti l’aura di superiorità morale, intellettuale e culturale di cui il suo intero intervento è intriso. La sola idea di un maggior pluralismo di opinioni e del coinvolgimento di persone con valori sociali e culturali diversi dai suoi e dal partito che rappresenta, secondo lui, abbasserebbe la qualità del dibattito, riducendolo a un “confronto tra due schieramenti” (neanche fossimo a Porta a Porta!). Evidentemente la legittimazione di un’idea dipende dalla bocca che la pronuncia e dalle sue inclinazioni politiche e culturali, nella convinzione che l’incontro di “Culture” sia un ottimo strumento di crescita e arricchimento personale, purchè queste stesse “Culture” siano gradite agli organizzatori del Festival. Un’interpretazione questa che desta più di qualche preoccupazione e che onestamente di democratico ha ben poco. Per me il pluralismo non è solo una mera questione di rappresentanza politica – che comunque auspicherei venisse assicurata quando si trattano temi squisitamente politici – ma diventa un mezzo per fornire a chiunque gli strumenti per interpretare la realtà, stimolare la riflessione e l’accrescimento personale e collettivo, soprattutto lì dove la collettività contribuisce attivamente, attraverso erogazioni pubbliche, allo svolgersi stesso della manifestazione. Proprio per questo rimango convinto che tutte le idee, persino quelle dubbie del Signor Sasso, abbiano pari dignità e utilità. D’altra parte se si levasse il velo della presunta superiorità culturale, si scoprirebbe che la destra ha prodotto importanti contributi in ogni ambito della vita sociale e culturale di questo Paese e che molto avrebbe da dire non solo rispetto ai grandi temi affrontati nelle conferenza del Festival ma anche relativamente a tutte quelle “miserie del nostro Paese” che sembrano, al contrario, non interessare affatto al signor Sasso. Sento, infine, la necessità di tranquillizzare gli animi del PD ferrarese che, a quanto pare, concepiscono le “informazioni della cultura” come un qualcosa di normalizzabile: io, a differenza loro, sono consapevole che la “Cultura” e le nozioni che essa trasmette non potranno mai essere normalizzate per loro stessa natura. Il mio impegno è dunque proprio quello di salvaguardare ed esaltare.

* assessore all’Università