"Su questo clima di tensione vigili il ministero"

Ferraresi (Misto) dopo le lettere minatorie a Nicola Lodi: "Inviati anche documenti di una mia sanzione per guida in stato di ebbrezza"

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Non sarebbe soltanto il vicesindaco Nicola Lodi a essere bersaglio di lettere anonime. Un trattamento simile sarebbe stato riservato, in passato, anche alla consigliera del gruppo Misto Anna Ferraresi. Ed è proprio quest’ultima, a qualche giorno dell’esplosione del caso delle missive con proiettili inviate all’amministratore e delle indagini sulla ex leghista Rossella Arquà, a riportare a galla quell’episodio per denunciare il "clima di tensione" che aleggerebbe sulla politica estense. "Ancora una volta Ferrara viene oltraggiata da personaggi indegni di ricoprire un pubblico incarico – attacca –. Potrei unirmi al coro di solidarietà, che peraltro non mi pare abbia tanto risuonato, o alle richieste di spiegazioni, ma non sono ipocrita. Il tema specifico delle lettere anonime mi ha colpito e mi colpisce direttamente". In che modo? È la stessa esponente del Misto a spiegarlo per una questione, chiarisce, di "chiarezza e onestà" nei confronti dei suoi elettori. "Ho avuto una vita difficile con un passato pieno di difficoltà, come quello di tanti – spiega –. Nel 2014 toccai il fondo quando mi venne ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza. Quel giorno ero particolarmente affranta per le condizioni di salute del mio compagno, ricoverato per aggravamento delle sue condizioni in ospedale, ed è accaduto ciò che non avrebbe mai dovuto accadere, cioè bere qualche bicchiere di troppo prima di mettersi alla guida. L’alcol non è mai la soluzione".

Ferraresi spiega poi di essere stata fermata dalla polizia e "giustamente sanzionata con tutte le conseguenze che possono capitare in queste situazioni. Ho ammesso il mio errore e pagato per la mia colpa. Se si sbaglia è giusto pagare. E io l’ho pagata in tutti i sensi, anzi più del dovuto". Infatti, prosegue, "come sanno i miei colleghi consiglieri comunali e purtroppo non solo loro, alcuni mesi fa, è stato spedito un ingente numero di buste anonime contenenti documenti riservatissimi, che dovevano essere ben custoditi a tutela della privacy della sottoscritta". Il tutto sarebbe accaduto a maggio dell’anno scorso. A tutti i capigruppo consiliari, dice la consigliera, sono state recapitate lettere anonime contenenti "copia dei verbali integrali della polizia stradale di Altedo, nonché copia dei referti dell’Ausl, completi di dati personali, miei e del mio ex compagno, tutti atti relativi a quell’episodio del 2014 ed archiviati da diversi anni". Gli stessi documenti sarebbero arrivati anche alla sua datrice di lavoro.

Ed è a questo punto che Ferraresi tira in ballo il vicesindaco, negandogli la propria solidarietà per il fatto che lo ha visto destinatario di lettere dal contenuto inquietante. "Curiosamente – ricorda –, nello stesso contesto, Lodi mi pregiava della sua attenzione rivolgendomi messaggi sulla sua pagina Facebook, i quali velatamente, ma neanche tanto, alludevano al mio problema con l’alcol avuto nel 2014. Pertanto sono totalmente in accordo con i miei colleghi di opposizione, che il clima di tensione, controllo e limitazione della libertà di espressione e di azione dell’attività politica dei rappresentanti del Consiglio comunale, meriti l’attenzione del ministero degli Interni, già altre volte sollecitato a intervenire e che oggi appare assolutamente necessario per il bene della democrazia e della legalità". In chiusura la stoccata finale: "Non intendo esprimere alcuna solidarietà al vicesindaco Lodi, perché sarebbe insopportabilmente ipocrita da parte mia".

f. m.