
Il Teatro Smeraldo sarà oggetto di interventi approfonditi
Il Teatro Smeraldo e la canonica si rifanno il look. Le due strutture sono al centro di un importante opera di ristrutturazione, un investimento complessivo di 790.000 euro, coperti dalla Cei (Conferenza episcopale italiana), grazie alle donazioni dell’8 per mille con la firma che hanno fatto le persone nella dichiarazione dei redditi. Da questo filone di investimento sono arrivati 553.500 euro, cui si sono aggiunti 135.000 euro di contributo dalla Diocesi di Ravenna con fondi propri e altri 10.000 a carico della Parrocchia Santa Maria Assunta di Portomaggiore attraverso la beneficenza e le opere. I lavori sono in vista del traguardo dopo un lungo percorso. "Sono cominciati nel dicembre del 2021 – riavvolge il nastro della memoria don Ugo Berti, arciprete di Portomaggiore – sia quelli relativi al teatro che alla canonica. Noi preti siamo stati fuori dalla canonica ben tre anni, alloggiati a villa Livia, dietro la Casa di riposo parrocchiale, in via Andrea Costa. Nella canonica erano rimasti in piedi solo i muri, tutto il resto è stato sottoposto a ristrutturazione. D’altra parte risaliva al 1963 e c’era bisogno in un intervento a fondo". La canonica ha una capienza di quattro posti, al momento ospita tre sacerdoti: don Ugo Berti, don Davide Riminucci, don Christian Cerasa e la sorella di don Ugo, Giovanna. Il Teatro Smeraldo, una delle istituzioni di Portomaggiore, è stato rivoltato come un guanto. "Si è provveduto al rifacimento dei pavimenti, infissi, sei bagni tra quelli della platea e della galleria. Poi l’atrio – riprende l’arciprete portuense – uffici, impianti elettrici e termico. Per quanto riguarda le poltroncine, saranno rimovibili. Una volta terminati i lavori, verso la fine di giugno, il teatro diventerà una struttura polivalente a disposizione della comunità e della Parrocchia. Inoltre contiamo di rendere fruibile anche il cortile alle spalle del teatro, dove un tempo si giocava a tennis sull’impianto in cemento". Al momento Portomaggiore è senza un teatro, unico paese con popolazione superiore ai diecimila abitanti senza una struttura adeguata da adibire a spazi culturali e di intrattenimento. Il Teatro Concordia sarà recuperato forse alla fine del prossimo anno, il cantiere è stato riaperto da qualche settimana dopo che il Tribunale di Ferrara ha riconsegnato la struttura al Comune. In questa fase un’azienda di Ostellato si sta occupando della messa in sicurezza, tra cui un muro portante e i balconcini; sarà poi necessario un aggiornamento del progetto e poi il restauro vero e proprio, per un investimento che supera i 3,5 milioni. A Portomaggiore le grandi opere hanno sempre tempi lunghi. La piscina è vicino alla riapertura a sei anni dall’apertura del cantiere; il recupero del Teatro Concordia è cominciato addirittura nella seconda metà degli anni ottanta del secolo scorso. Avrà una capienza di 350 posti, più o meno come lo Smeraldo. Quando era in auge funzionava soprattutto come cinema e spettacoli teatrali leggeri, ma fungeva anche come spazio per iniziative politiche e culturali, per sopperire alla carenza di spazi per la comunità portuense. L’opera meritoria della Parrocchia arricchirà l’offerta, molto utile anche quando sarà pienamente recuperato il Teatro Concordia. E’ dalla fine degli anni Settanta che Portomaggiore non riesce a organizzare una stagione teatrale, quando cioè chiuse il Teatro Nuovo, in via Roma, per essere riconvertito in appartamenti di varia metratura, un’operazione poco lungimirante della giunta a guida William Barbieri.
Franco Vanini