Temperature sempre più roventi: anche le falde rischiano di asciugarsi

Appare senza fine la crisi del fiume Po, che settimanalmente segna record negativi

Il Po è al 10% della portata media, scatta l’allerta meteo per le altissime temperature di questi giorni che a Ferrara rischiano di toccare i 42 gradi. Caldo soffocante ed assenza di piogge stanno compromettendo anche le riserve d’acqua sotterranea del Centro-Nord Italia, deficit pluviometrico che si protrae dall’anno scorso e che conferma i caratteri di una siccità endemica in territori, dove serviranno anni per riequilibrare il bilancio idrologico. E’ il quadro tracciato dall’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, in base ai dati del report settimanale. Ne è esempio l’Emilia Romagna, dove le portate dei fiumi Enza e Reno scendono sotto i minimi storici. Sulle pianure a Nord della foce del fiume Reno sono finora caduti, dall’inizio dell’anno, solo 205 millimetri di pioggia, una quantità molto simile a quello registrata nei primi 6 mesi del 2021, influendo sulla ricarica della falda e sulla risalita del cuneo salino nelle zone costiere. Un’analoga condizione si registrò a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, ma ad aggravare l’attuale quadro c’è l’aumento esponenziale delle temperature in un’Europa flagellata da disastrosi incendi. "La siccità di quest’anno ha caratteri nuovi e di assoluta gravità, perché l’assenza di pioggia e neve sta intaccando anche riserve idriche, destinate prioritariamente all’uso potabile, provocando un deficit, che si protrarrà nel tempo – evidenzia Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) –. Non intervenire urgentemente con un piano di infrastrutture per la raccolta delle acque piovane, come i 10.000 laghetti proposti da noi e Coldiretti, espone i territori al ripetersi di crisi sempre più devastanti". "I prelievi d’acqua a profondità maggiori – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – comportano gravi rischi per l’equilibrio idrogeologico. La risposta alla siccità non può essere la cultura del pozzo, bensì l’utilizzo razionale delle risorse di superficie". I dati fotografano una situazione drammatica soprattutto per l’agricoltura e quindi per la produzione di cibo. Appare senza fine la crisi del fiume Po, che settimanalmente segna record negativi di portata, arrivando a toccare mc.sec. 113,7 (ben 123 metri cubi al secondo in meno rispetto al precedente minimo storico!) al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro, cioè circa il 10% della portata media (mc.sec. 1140) ed il 75% in meno della portata limite per l’intrusione del cuneo salino.