Ferrara, sequestrata la 'Terrazza sul Po' di Stellata

Operazione della Guardia di Finanza: sigilli a 15mila metri quadrati di terreno sulla quale è stata costruita la struttura turistica. "Occupava un'area demaniale"

Terrazza sul Po sequestrata dalla Finanza a Stellata

Terrazza sul Po sequestrata dalla Finanza a Stellata

Ferrara, 4 luglio 2019 - Gli uomini della Guardia di Finanza di Cento, dopo attente verifiche, hanno messo sotto sequestro i 15 mila metri quadrati di area demaniale sulla quale è stata costruita a Stellata la ‘Terrazza su Po’. Si tratta di una struttura turistica, con un ristorante, la cucina, il bar e quattro bungalow. Il titolare è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di «invasione di terreni e acque appartenenti al demanio pubblico».

Oltre alla denuncia penale è stato sanzionato amministrativamente, per l’utilizzo delle aree del demanio idrico senza concessioni. Per la guardia di Finanza «Occupava un terreno demaniale e l’annesso approdo sul fiume Po senza essere in possesso delle prescritte concessioni per svolgere attività turistico ricreative».

Convegni, ospitalità, iniziative: la struttura turistica, che si affaccia in uno scenario naturalistico unico, dove il Panaro confluisce nel Po, era il campeggio di riferimento anche per i tanti che partecipavano al Bundan Celtic Festival. Ma, a quanto pare, i permessi che fino a qualche anno fa erano documentati, non sarebbero stati rinnovati e i canoni dovuti agli enti non pagati.

Il titolare aveva istallato una piattaforma per l’approdo di natanti molto ricercato da chi ha la passione delle barche e da chi pratica la pesca sportiva. Tutto questo da ieri è sotto sequestro. L’operazione della Guardia di Finanza è partita dalla Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO), che aveva richiesto la collaborazione per la gestione di alcune situazioni abusive relative al demanio della navigazione interna in territorio regionale emiliano.

Da qui l’inizio delle indagini, che hanno permesso di verificare che non solo mancava la concessione per l’approdo nelle acque del fiume Po ma che già c’era, documentata, la revoca di una analoga concessione per l’uso e lo sfruttamento dell’area demaniale interna all’approdo, da parte del Consorzio di Bonifica di Burana, su cui erano appunto state costruite tutte le strutture.