
Era il 20 maggio alle quattro del mattino, la prima terribile scossa. Sette i morti, tra loro alcuni operai. Tanti i luoghi di culto devastati e chiusi. Domenica 15 i fedeli tornano nella parrocchiale simbolo del disastro.
"E’ un grande giorno per il nostro paese, per tutta la provincia. La nostra chiesa apre le porte, viene restituita finalmente alla comunità", Davide Bergamini, deputato della Lega, è il sindaco di Vigarano Mainarda. Racconta la gioia di una comunità che si appropria di nuovo di un simbolo. Era il 20 maggio, la prima scossa, il 29 di nuovo l’incubo. La terra trema, si stacca la facciata della chiesa della Natività della Beata Vergine Maria.
Da allora sono trascorsi 13 anni, una ferita aperta. Tralicci e operai lassù, fino in cielo, quel cielo che scrutavano i parrocchiani, la speranza un po’ un miracolo. Che è arrivato. Le porte si aprono, don Paolo Galeazzi si aggira tra i secchi di vernice, operai ed ultimi ritocchi. Il restauro è terminato, capolavori e profumo d’incenso, preghiere tra quelle navate rimaste così a lungo vuoti. Il miracolo è arrivato in giorni particolari. Domenica 15 giugno, alle 10.30, ci sarà la messa solenne di riapertura della chiesa, all’altare il vescovo Gian Carlo Perego. Una doppia festa, perché le campane suoneranno durante la sagra dedicata al patrono Sant’Antonio. Monsignor Stefano Zanella, direttore dell’ufficio tecnico della diocesi Ferrara-Comacchio, ha seguito questo lungo percorso. Nelle sue parole l’entusiasmo per un traguardo ormai raggiunto, alle porte in questa primavera di rinascita. "Mercoledì 11 giugno, alle 21 – annuncia la scaletta che porterà ad un giorno memorabile – la presentazione dei lavori alla comunità". Nella chiesa ci saranno don Stefano Zanella, Massimo Manservigi e i parroci di questi lunghi anni, che hanno ’vissuto’ la perdita della chiesa. Se sarà il vescovo ad accogliere i fedeli per la prima messa, saranno le note, la musica ad annunciare tra quelle volte che la missione è compiuta. Venerdì 13 giugno, alle 21.30, il concerto del coro e orchestra ’Immacolata’. Pochi giorni, una manciata di ore, per quello che sarà un giorno storico. Sempre nell’arco di questa primavera, cantieri permettando, altri luoghi di culto apriranno i battenti. Ma la meta è ancora lontana. Mancano dieci chiese all’alba.
Ad elencarle è ancora Monsignor Stefano Zanella. Parrocchie e croci che sono un segno dell’identità dei paesi. da un capo all’altro della provincia, ci sono la chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Focomorto; San Girolamo a Ferrara; San Giovanni Battista a Traghetto; San Biagio a Fossanova; la chiesa di Santa Agnese, Vergine e Martire in via del Carbone. Tredici anni dopo i fedeli ancora attendono. Non ci sono i fondi, servono sette milioni. Dita incrociate, l’augurio è che una fetta di finanziamenti arrivi anche per questi luoghi, dove la comunità si trova, attorno una pianura che si perde all’orizzonte. In regione delle 441 chiese (479 interventi) inserite nel programma opere pubbliche e beni culturali ne furono chiuse perché inagibili 321, completamente o parzialmente aperte 120; di queste 321 ne sono state riaperte 180 (187 interventi). Anche nella nostra provincia i danni furono ingentissimi. Venne battezzato il terremoto dei campanili. Se su un totale di 75 chiese danneggiate 36 sono già state realizzate (16 gli edifici con cantieri, 12 quelli in fase di progettazione), mancano i fondi per rimettere a nuovo quei dieci edifici che rischiamo di perdersi sotto la falce dell’oblio. Una data c’è nel calendario della rinascita. Domenica 15 giugno, ore 10.30, Vigarano Mainarda accoglierà di nuovo i fedeli, rinnovato abbraccio. Maggio 2012, una Via Crucis di scosse. Che lasciarono piaghe sugli immobili, ferite le anime. Segni indelebili nella storia di una regione che fino a pochi minuti prima – 4.05, le case tremano – si era creduta al sicuro da un incubo, il terremoto. "Sarà un bel giorno", dice ancora il sindaco.