
Tomaso Tatti riflette sul gol decisivo del 2003 e offre un'analisi sulla situazione attuale della Spal nei playout.
Tomaso Tatti (foto) se lo ricorda come fosse oggi quel gol realizzato al Porta Elisa l’11 maggio 2003, all’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Una rete di importanza capitale, che regalò alla Spal la salvezza diretta quando i playout di C1 sembravano ormai inevitabili. Ora l’ex attaccante è un direttore sportivo, quest’anno rimasto ai box dopo la retrocessione nei dilettanti rimediata la scorsa stagione con l’Olbia. "Sono passati 22 anni, ma quel gol alla Lucchese lo porto sempre nel cuore – assicura –. Stavamo perdendo 1-0 con rete di Carruezzo, quando mister Sonzogni mi chiamò e mi disse di prepararmi perché c’era bisogno di me. Non era un bel momento, rientravo da un infortunio. Ma tutto cambiò improvvisamente: segnai al 93’ e dopo pochi secondi l’arbitro fischiò la fine . A Ferrara poi festeggiammo coi tifosi".
Quest’anno invece i playout sono la dura realtà e la Spal è a un passo dal baratro. "Ho visto la partita di andata col Milan Futuro e i biancazzurri non mi sono piaciuti. La squadra di Baldini era troppo contratta, contro un avversario che ha giocato più libero mentalmente. Anche per via dell’assenza di pressioni della piazza".
Cos’è successo a Solbiate? "La Spal ha giocato per non perdere, cercando di ottenere un pareggio che sarebbe stato prezioso. Ha pensato solo a difendersi commettendo un grave errore ed è andata male. In ogni caso, la considero superiore rispetto a un Milan Futuro che ai playout non può nemmeno contare su Jimenez e Camarda. Anche se mi piace molto l’autore del gol su rigore Sandri, un centrocampista che fa girare la squadra e avevo provato a portare a Olbia".
Al ritorno cosa succederà? "Spero possa fare la differenza l’esperienza, ma la Spal non dovrà farsi prendere dall’ansia. La squadra dovrà entrare in campo concentrata. E ai tifosi dico di non fare pesare gli errori, che inevitabilmente ci saranno. So che il Mazza negli ultimi anni non è esattamente un fortino: qualcuno sta pagando la pressione di una piazza esigente. Ma una partita secca come questa è diversa, la Spal ce la può fare, anzi ce la deve fare".
Che accadrebbe in caso di D? "Nei dilettanti cambierebbero tante cose: i contratti da professionista decadono e i giocatori della prima squadra si libererebbero. Così come i tecnici e i dirigenti. La palla passerebbe nelle mani della proprietà per capire quali prospettive ci sono, se intende continuare e puntare all’immediata promozione oppure no. La D è un torneo particolare: non si vince coi nomi, ma con giocatori di categoria e giovani forti. L’Olbia ha fatto tanta fatica, per fortuna mister Zé Maria è riuscito a condurre la squadra alla salvezza".
Che tattica consiglierebbe di adottare a mister Baldini? "Non mi aspetto una Spal all’assalto. Serve un approccio intelligente, perché il Milan Futuro ha giocatori di gamba".
La scorsa stagione affrontò la Spal all’ultima giornata a Olbia. Non era il caso di continuare con Di Carlo? "Già, in quel momento le stava vincendo tutte. Ma da fuori è difficile dare un giudizio: forse era il caso di confermarlo".