Torture in carcere, il racconto dell’ispettore

L’agente ha ripercorso quel 30 settembre da quando è stato informato a quando ha visto il detenuto

FERRARA

"Quando mi è venuto incontro per raccontarmi che cosa era accaduto,ho notato che aveva un occhio rosso e teneva gli occhiali in mano". E’ uno dei passaggi della testimonianza di un ispettore del settore Sorveglianza generale del carcere di via Arginone al processo che vede imputati tre agenti della polizia penitenziaria per il reato di tortura. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Isabella Cavallari, davanti al Tribunale in composizione collegiale (presidente Piera Tassoni e i giudici Alessandra Martinelli e Andrea Migliorelli), l’ispettore ha ripercorso quella mattina del 30 settembre del 2017 quando il detenuto Antonio Colopi fu sottoposte a un controllo in cella, e secondo le accuse della Procura sottoposto a torture.

A giudizio per quanto accaduto quel giorno ci sono due agenti di polizia penitenziaria (Geremia Casullo e Massimo Vertuani, difesi dall’avvocato Alberto Bova), e un’infermiera (Eva Tonini, avvocato Denis Lovison), imputati a vario titolo per i reati di tortura, lesioni, calunnia, favoreggiamento e falso. L’ispettore, nell’udienza di ieri, ha anche riferito che una volta avvicinatosi alla cella dove si trovava il detenuto, ha visto che era sdraiato sul letto, tutto coperto. "pensavo stesse dormendo". Dopo di lui è stato ascoltato il tenente colonnello dei carabinieri Gabriele Porta, comandante del Nucleo investigativo, che ha spiegato quali indagini sono state eseguite dai suoi militari e chi è stato sentito a sommarie informazioni.

c.r.