MATTEO RADOGNA
Cronaca

Tra paura e rabbia "Mesi di segnalazioni per le tante risse in strada"

I residenti stanchi della movida violenta che si era creata attorno al bar "Si ubriacano, poi iniziano le urla finché non iniziano a litigare pesantemente".

Tra paura e rabbia  "Mesi di segnalazioni  per le tante risse in strada"

Tra paura e rabbia "Mesi di segnalazioni per le tante risse in strada"

di Matteo Radogna

"Lo avete ucciso". Sono urla disperate quelle che squarciano il silenzio di una notte di orrore. Grida femminili che svegliano di soprassalto i vicini di casa. Appena due piani sopra al bar Big Town, ci sono famiglie che cercano, inutilmente, di riposare. "L’ennesima rissa è finita in tragedia", è il primo pensiero di una coppia, stanca come gli altri inquilini della movida violenta. Manuel Rigolin e Valentina Rossi capiscono che non si tratta di un semplice litigio tra ragazzi. Dal loro appartamento al terzo piano si precipitano giù per le scale. Il cuore in gola e, quando raggiungono il piano terra, lo scenario è quello di un film dell’orrore. "C’era sangue dappertutto – racconta la coppia – e c’era il gestore Mauro con la moglie, entrambi sotto choc. Sul pavimento del bar c’era un uomo con il volto tumefatto (la vittima Davide Buzzi) e un altro gravemente ferito. Abbiamo aiutato il gestore e la moglie dandogli un po’ d’acqua. C’era chi raccontava che la vittima fosse già stata nel locale diverse volte. Dopo l’omicidio, non siamo più riusciti a chiudere occhio". La coppia era da poco tornata dalle vacanze, dopo un mese di luglio infernale. "Ogni sera c’era uno dei residenti che telefonava ai carabinieri – sottolineano Ross e Rigolin –, perché c’erano giovani che si picchiavano addirittura in mezza alla strada". Gli inquilini della palazzina sopra al ‘Big Town’ sono stati spesso testimoni di accese liti e risse. Fino all’altra sera quando, dopo le urla, a squarciare il silenzio sono state le sirene. Dell’ambulanza prima e di polizia e carabinieri dopo. "Dire che non siamo sorpresi di quando accaduto, sarebbe eccessivo, ma era da tempo che segnalavamo il caos", sbotta una signora. La frase più ricorrente tra gli inquilini del condominio è ’prima o poi ci sarebbe scappato il morto’.

Svitlana Semedi è una badante e abita al terzo piano: "Il locale apre tardissimo e a quell’ora sono già in casa. Le urla? Forse sono abituata e non ho pensato fosse una cosa grave. Poi alla mattina ho visto il locale con i nastri e il sangue a terra". Nicola Zanotti e Stefano Pizzigoni del negozio a fianco al bar Big Town conoscono il gestore: "Persona perbene, ci sembra tutto incredibile. Il suo locale è frequentato da giovanissimi. La criminalità di solito è concentrata in fondo a via San Romano. Non pensavamo che potesse accadere un omicidio". Intanto, nella tarda mattinata di ieri, in applicazione dell’art. 100 Tulps, il Big Town è stato chiuso dai carabinieri per una settimana. E mentre i militari stavano appiccicando il cartello, un amico di Davide Buzzi porta un fiore per ricordarlo. "Era una persona straordinaria e mi mancherà. La morte del figliastro lo aveva distrutto. Ha sofferto tanto", sottolinea amareggiato Dennis Rimensi.