Tra vaccini e monoclonali la campagna anti Covid accelera

In maggio a Ferrara 74mila dosi di Pfizer, AstraZeneca,. Johnson e Moderna. . Anticorpi per 300 malati

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Quasi 75mila dosi di vaccino in consegna a partire da ieri, e l’accelerazione sul fronte terapeutico, grazie all’utilizzo – anche nel Ferrarese – degli anticorpi monoclonali. Dalla Regione alle aziende sanitarie, maggio appare davvero il mese decisivo sul fronte della lotta al Covid. La campagna di vaccinazione ha superato ieri la soglia delle 150mila somministrazioni, e il ritmo procede serrato. Sostenuto finalmente, secondo quanto ha anticipato ieri l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, da un arrivo davvero massiccio di dosi. A fine aprile ne sono state consegnate 185mila, ma in questo mese è previsto addirittura l’arrivo di 844mila dosi. Di queste, a Ferrara ne toccheranno per la precisione 74.090: Di queste, il contingente maggiore sarà di Pfizer-Biontech (54.990 dosi), a seguire 29.600 dosi di AstraZeneca, 10.300 dosi di Moderna e 2.700 di Johnson & Johnson. Una particolarità, per quest’ultimo vaccino le dosi varranno il doppio, visto che rispetto agli altri tre sieri è prevista una sola somministrazione. A questa fornitura si aggiungerà una consegna ulteriore, in questo caso di Moderna, di cui solo il 18 maggio verrà ripartita la suddivisione di altre 26.350 dosi tra tutte le aziende sanitarie emiliano romagnole. Nel frattempo prosegue la somministrazione agli over 65, mentre da lunedì 10 maggio (o da domenica alle 24 per chi utilizza il Fascicolo Sanitario Elettronico) saranno aperte le prenotazioni anche agli oltre 23mila over 60. Preludio, a quanto ha affermato ieri il commissario straordinario Francesco Figliuolo, all’apertura a tutte le altre categorie e fasce d’età.

Per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali, già da fine marzo l’ospedale di Cona era stato individuato dalla Regione come il principale punto di distribuzione per le fiale di Bamlanivimab ed Etesevimab, da utilizzare sui pazienti che presentano sintomi lievi o moderati, che non stanno male e che non necessitano di ricovero in ospedale; ma che al tempo stesso presentano caratteristiche cliniche tali per cui il rischio di evolvere verso una forma grave di Covid è considerato molto elevato: è il caso ad esempio di pazienti immunodepressi o trapiantati. Sono circa 300 i ferraresi che potranno essere trattati con questa terapia, attraverso l’intervento sinergico di medici curanti e Usca.