"Tra voce e personalità Così abbiamo scelto i talenti del Don Giovanni"

L’opera di Mozart sarà ambientata in un circo degli inizi del secolo scorso. I cantanti sono stati selezionati da Magiera, presidente onorario del Comunale

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di Francesco Franchella

Un Mozart come non si era mai visto prima. E come verrà visto perfino in Oriente. Il 1° luglio alle 20.30 (con replica il 3 luglio, 20.30) arriva a Ferrara un Don Giovanni inedito e sorprendente, che, in autunno, volerà a Daegu (Corea del Sud). E’ la nuova produzione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Korea Foundation Daegu Opera House, basata sul progetto registico dell’argentino Adrian Schvarzstein, con la collaborazione di Moni Ovadia per la messa in scena. Dirige l’Orchestra Città di Ferrara l’australiano Daniel Smith. L’opera di Mozart sarà ambientata in un circo degli inizi del secolo scorso: i personaggi fanno parte della compagnia circense approdata in città. Una scelta curiosa, che interagisce con la tradizione, senza disturbare la libertà di cui necessitano i giovani cantanti, per lo più italiani, selezionati dal presidente onorario del Comunale, Leone Magiera.

Magiera perché ha deciso di impegnarsi a Ferrara?

"Sono da sempre legato alla città. Quando avevo 25-27 anni lavoravo qui. Il progetto è partito parlando con Moni Ovadia e Marcello Corvino. Abbiamo pensato che i giovani cantanti lirici di oggi hanno poca possibilità di mettersi in mostra e di fare carriera. Spesso i cantanti italiani sono abbandonati a loro stessi. Abbiamo pensato di creare un gruppo di giovani selezionati, da cui poter attingere - non solo per il Don Giovanni - formando un’officina ferrarese dell’opera"

E com’è andato questo processo di selezione?

"Abbiamo ricevuto più di 350 domande. Prima ho ascoltato le registrazioni e ne ho scartati un centinaio. Poi, i 250 rimanenti li ho ascolti in teatro: i cantanti vanno ascoltati in teatro, per capire anche come si trovano sul palco. Ci è stato dato a disposizione il teatro per più di dieci giorni, mattina e pomeriggio: un’azione importante e non scontata. I criteri di selezione sono diversi: la voce, certo. Ma anche le personalità musicali"

In che senso personalità musicali?

"I cantanti devono emozionare chi li ascolta: devono essere artisti e non solo produttori di voci. È un’arte che non si può spiegare a parole e che commuove l’ascoltatore"

I cantanti selezionati sono tutti giovani e la maggior parte italiani

"Sì, gli italiani erano i più bravi. Ma c’è anche, ad esempio, un tenore coreano per il personaggio di Don Ottavio, Younggi Moses Do, che si esibirà nella prima. Per quanto riguarda l’età, ci sono esempi di cantanti illustri che hanno debuttato giovanissimi: la Freni ha debuttato a 19 anni, la Scotto a 18…spero che succeda la stessa cosa anche a Ferrara"

Tra i cantanti selezionati, c’è qualcuno che possa ambire a tanto?

"Abbiamo due Don Giovanni protagonisti: il primo, Guido Dazzini, è un giovanotto molto bravo, molto artista. È impressionante. Anche il secondo, Giovanni Luca Failla, ha una voce molto importante. È comunque difficile prevedere quella che sarà la loro carriera. Su Pavarotti, quando aveva 25 anni, non ci puntava nessuno. A Modena, tra l’altro, lo chiamavano il ‘Canarino’…".