
Ci sono i video delle telecamere interne del carcere, quelle che ’guardano’ i corridoi, al vaglio. Si osservano i movimenti...
Ci sono i video delle telecamere interne del carcere, quelle che ’guardano’ i corridoi, al vaglio. Si osservano i movimenti dei detenuti che entrano ed escono dalle celle del carcere di Ferrara. Perché proprio in una di queste sarebbe avvenuto lo stupro di una detenuta trans da parte di quattro persone. "Mi hanno attirata con l’inganno – ha spiegato lei, poco più che quarantenne italiana –, invitandomi per un caffè. Poi mi hanno violentata". Due le indagini che stanno cercando di fare luce sul caso: una interna all’Arginone, l’altra in Procura contro ignoti. Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti, ha fatto partire la prima segnalazione alla direttrice del carcere e conseguentemente la denuncia. "Martedì 24 giugno – dice –, la detenuta transgender mi ha chiamato. Era arrabbiata, tesa, soprattutto restia nel parlare. Mi disse dello stupro senza fare nomi per paura. Proveniva dalla sezione per trans di Reggio Emilia, trasferita a fine marzo per problemi con altre detenute". Ma a Ferrara, carcere di massima sicurezza per soli uomini, non si sentiva al sicuro. "Temeva di essere violentata – confidava ieri al Carlino Manuela Macario, garante comunale –, era già stata palpeggiata nei corridoi". All’Arginone, nel settore ’protetti’ dove è lei, c’è di tutto, anche chi ha commesso reati su fragili. Insomma, continua Cavalieri, "è stato come mettere la nitro con la glicerina". Intanto, i sindacati della Penitenziaria hanno incontrato il prefetto per denunciare "la polveriera del carcere" e chiedere l’aiuto "dell’Esercito".
Nicola Bianchi