Travolto e ucciso in bici a 16 anni Perizie e autopsia, da qui la verità

Sull’investimento in via Pomposa la procura sta indagando per omicidio stradale e omissione di soccorso. Il pm Savino ha fissato l’esame sul corpo di Manuel Ntube per mercoledì. Disposta consulenza cinematica

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di Cristina Rufini

FERRARA

"E’ con il cuore triste e addolorato che annunciamo la tragica morte del nostro figlio Manuel Lorenzo Edube Ntube a causa di un incidente mortale". Felix Ewane Ntube, il padre del sedicenne travolto e ucciso da un’auto in via Pomposa, nella tarda serata di mercoledì, si affida a queste parole scritte sulla sua pagina facebook per comunicare il grande dolore per la perdita dell’adorato Manuel. Quel figlio che gli è stato strappato giovanissimo da uno dei tanti, troppi incidenti stradali che insanguinano le strade della provincia di Ferrara. Per capire come è accaduto il tragico incidente, il pubblico ministero che coordina le indagini, Ciro Alberto Savino ha già programmato di affidare alcuni accertamenti irripetibili per ricostruire la dinamica dell’incidente, le condizioni psicofisiche del conducente della Nissan Quasquai, il ferrarese di 37 anni che in un primo momento non si è fermato, per poi costituirsi tre ore dopo al comando della polizia locale di Ferrara. Disposta anche l’autopsia sul corpo del povero Manuel, elemento anche questo essenziale per ricostruire la dinamica in base alle lesioni subite. Tutti gli accertamenti saranno assegnati ufficialmente mercoledì prossimo, giorno in cui dovrebbe iniziare l’esame autoptico. Il magistrato incaricherà un esperto anche per una consulenza sul telefono cellulare del trentasettenne che era alla guida dell’auto che ha travolto i due ragazzi in bicicletta. Auto che, stando a una prima ricostruzione della dinamica, stava percorrendo via Pomposa nello stesso di marcia. C’è la necessità di capire se si sia trattato soltanto di una tragica fatalità, oppure se ci possa essere stata una disattenzione che ha impedito di vedere in tempo utile i due ciclisti.

L’incidente. Manuel e il suo amico di un anno più grande, entrambi studenti dell’Einaudi mercoledì sera stavano pedalando via Pomposa, chissà se con il fanalino acceso o meno, anche questo altro aspetto dovrà essere approfondito dagli inquirenti. Manuel sarebbe stato letteralmente travolto dall’auto condotta dal trentasettenne che ora è indagato per omicidio stradale, tentato omicidio stradale e omissione di soccorso. Non è scattato l’arresto, nonostante la temporanea fuga, perché comunque il conducente si è presentato di sua spontanea volontà e non sarebbe risultato positivo né ad alcotest nell’assunzione di sostanze stupefacenti. Ora però si dovrà difendere da accuse pesantissime. Restano stabili, ma sempre gravi le condizioni del diciassettenne che era in sella all’altra bicicletta, quella che dopo l’urto con l’auto è stata scaraventata fuori strada. Il giovane studente e amico di Manuel è ancora ricoverato all’ospedale di Cona, in prognosi riservata. Sembra che Manuel quel pomeriggio fosse rientrato da Padova – squadra dove militava nella rappresentativa Under 17 e dove era amatissimo, con un bel futuro agonistico davanti – dove si era allenato. Arrivato alla stazione di Ferrara ha inforcato la sua bicicletta e poi via verso casa, da dove però poi è uscito di nuovo, come raccontato da mamma Sabrina, che non riesce a farsi una ragione di quanto accaduto. "Non so quante volte gli ho detto ’Manuel stai attento. Non andare via in bicicletta con il buio, le strade sono pericolose?, ma lui andava a cercare gli amici tra Quartesana e Codrea". Del resto come fai a impedire a un sedicenne di divertirsi e vivere? A quell’età non metti assolutamente in conto che ti possa accadere qualcosa di così tragico. Non metti in conto la morte quando hai davanti tutta la vita. Intanto oggi in quattro città d’Italia ci sarà un flash mob dell’associazione Proteggimi, per sensibilizzare anche il governo a tutelare i ciclisti.