"Troppi rider. Adesso non conviene più"

Sposato, due figlie, racconta com’è cambiato questo mondo negli ultimi anni: "Da 20 a 6 euro all’ora, mercato sovraffollato"

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di Mario Bovenzi

Troppe persone in sella alla bici con pizza e magari riso con curry e zafferano; un mercato sempre più sovraffollato; frizioni tra gli ’autonomisti’ (quelli che preferiscono lavorare a cottimo) e chi preme per avere un lavoro di tipo subordinato, da dipendente. E ancora. Da una parte lo Stato che urla allo sfruttamento senza però muovere un dito e dall’altra le piattaforme che non hanno una visione strategica del futuro. E’ una giungla il mondo dei rider, un universo dalle molte sfaccettature che presenta un’ampia zona grigia. Nella quale possono crearsi nicchie d’illegalità, con gruppi che si spostano da una città all’altra sulla scia di soldi e quattro stagioni. Conosce bene questo mondo Francesco Zannini, 32 anni. Sposato, due bambine di 2 anni e 3 mesi, ha fatto il rider sfrecciando per le strade con caschetto e auricolari dal 2020 al 2021. E ancora adesso, anche se ha trovato un lavoro in un negozio di articoli sportivi, sale sulla sua due ruote per fare le consegne, la sacca sulle spalle. Ma trova che là fuori un mondo è cambiato. "Le ultime uscite non sono state redditizie, il mercato è calato, viziato dalla presenza di troppe persone che si sono lanciate in questo settore". Gente che si presenta al ristorante con la bici della nonna, senza caschetto, la catena che cigola.

E’ vero che i rider sono sfruttuati?

"Io ho fatto tanti lavori, sono stato sfruttato tante volte. Ma non lo sono quando salgo sulla mia bici e faccio le consegne. Nessuno mi diceva niente, non dovevo rendere conto a nessuno"

Quando si guadagna?

"Adesso tutto è cambiato, faccio questo lavoro saltuariamente. Prima mi ero organizzato per fare in media 2 ore e mezza al giorno, guadagnavo 40 euro. Soldi che mi venivano pagati ogni settimana, in un mese riuscivo a intascare 800 euro. Sono arrivato anche a 1500. Andava ancora meglio per chi lavorava con Just Eat e Deliveroo e aveva magari il motorino, riuscivano ad incassare fino a tremila euro al mese. Ero contento, mi piaceva e molto. Mi era sembrata una rivoluzione nel mondo del lavoro. Veniva data la possibilità a persone di qualsiasi età di lavorare, cosa per niente facile. Non era richiesta nessuna competenza. Poi le cose sono andate peggiorando"

Cosa è successo?

"Siamo usciti dall’emergenza causata dalla pandemia, e le piattaforme hanno aumentato in maniera esponenziale il personale. Adesso vediamo che ci sono tanti rider fermi per ore lungo un marciapiede in attesa di un ordine che non arriva"

Insomma un mondo complicato?

"Assolutamente, i problemi sono tanti. Ma non credo che la busta paga sia da ritenersi la panacea di tutti i mali. Io sono iscritto alla Cgil ma sono molto critico nei confronti di quello che ha fatto il sindacato. E’ stato ottenuto un contratto con un accordo ai minimi termini per esempio con Just Eat. Adesso vengono dati sei euro all’ora, le condizioni sono peggiorate. Ci hanno detto che i rider sarebbero stati assimilati ai fattorini, non è stato così. Io quel contratto l’ho rifiutato. Quando ero a cottimo allora sì che ero contento".