
Ferrara, 25 settembre 2023 – Un cantiere abbandonato, poche opere svolte con "gravi vizi e difetti" e, soprattutto, nessuna documentazione relativa alle formalità necessarie per il Superbonus 110%. Beneficio al quale probabilmente il protagonista della vicenda non potrà più accedere, essendo ormai scaduti i termini per le domande. Sono, in estrema sintesi, i contorni dell’incubo nel quale un 83enne ferrarese denuncia di essere piombato da quando, due anni fa, ha deciso di effettuare alcuni lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica nel proprio appartamento e in altri tre sempre di sua proprietà.
La vicenda del malcapitato – molto simile per certi aspetti ad altre emerse nelle scorse settimane e finite all’attenzione degli inquirenti – è al centro di una querela depositata alla procura di Bologna dal legale dell’anziano, l’avvocato Tiziano Tagliani. La presunta vittima chiede che si indaghi per truffa al fine di valutare eventuali responsabilità a carico dei soggetti con i quali si è interfacciato per lo svolgimento dei lavori che sperava di far rientrare nel Superbonus. Una truffa che, secondo il denunciante, avrebbe fruttato qualcosa come quattrocentomila euro.
Ma facciamo un passo indietro. È il 2021 e il protagonista della vicenda decide di investire una somma di denaro ottenuta dalla vendita di un immobile in opere di riqualificazione dell’impianto di riscaldamento della propria abitazione e nella ristrutturazione di tre piccoli appartamenti, due dei quali in quel momento liberi da inquilini. Prende contatti con il titolare di un’impresa di ristrutturazione con sede nel Bolognese e con un uomo di fiducia di quest’ultimo. Il cantiere, stando a quanto denunciato, si apre nella primavera del 2021 dopo la sottoscrizione di contratti d’appalto che in seguito, spiega la presunta vittima, sono risultati privi dei requisiti necessari per usufruire del Superbonus.
Da quel momento, inizia l’odissea. Le opere, puntualizza il querelante, avrebbero dovuto concludersi entro la fine di giugno del 2021, mentre in realtà il cantiere sarebbe proseguito fino alle prime settimane del 2022 per poi essere abbandonato del tutto. Nel frattempo, però, il pensionato avrebbe sborsato, fattura dopo fattura, la bellezza di 426mila euro. Alle richieste di chiarimenti dell’83enne iniziano ad arrivare "fumose spiegazioni" da parte di tecnici e professionisti che non fanno altro che alimentare i sospetti del denunciante. A marzo del 2022, l’anziano decide infine di rivolgersi a un legale e a un architetto per gettare luce sulla propria posizione, anche a fronte dell’incombente scadenza dei termini per presentare la documentazione necessaria per l’accesso al bonus. Nemmeno questo passaggio è sufficiente a sciogliere i dubbi. Anzi, gli accertamenti svolti rivelano addirittura nuove ‘sorprese’. Secondo quanto segnalato agli inquirenti, infatti, alcuni fornitori non sarebbero mai stati pagati dalla società in questione, nonostante il regolare versamento da parte dell’83enne delle somme richieste.
Da qui la decisione di sporgere querela nella speranza di fare chiarezza sui tanti punti ancora oscuri di questa lunga e complessa vicenda. "Dopo la nostra querela – è il commento dell’avvocato Tagliani – la procura di Bologna e la guardia di finanza si sono attivate sollecitamente".