
"Offro 400 euro a chi fornisce notizie", il cartello affisso dai due turisti in Porta Reno
Ferrara, 29 aprile 2025 – A Ferrara ci torneranno. "Perché è una città bellissima, magnifica. Come meraviglioso è il Delta". Saranno qui di nuovo Marco Filipponi e la moglie, residenti a Vigevano, in provincia di Pavia, per passione cicloturisti. Anche se... "Anche se ci hanno rubato le due bici, belle, adattate alle grandi escursioni, in un certo senso personalizzate, mentre eravamo a pranzo in città, in pieno centro, Corso Porta Reno". Dopo le fatiche dell’escursione, i piedi sotto la tavola, davanti un piatto di pasta fumante – nella patria dei tortelli con la zucca –, a qualche metro, chiuse con catena e lucchetto. "Non è servito a nulla, le hanno rubate a pochi metri da noi. E così abbiamo messo una taglia".
Anche se ammaccate – sperano non tanto ammaccate –, magari le ruote sgonfie e la catena giù, loro le rivogliono. La ’taglia’ è di 400 euro, nemmeno pochi. Una cifretta che può fare gola e questa coppia – nel sangue l’amore per i viaggi lungo la Penisola – ci sperano. Il cartello – l’avviso di taglia, così siamo abituati a sentirli chiamare nei film Western – è appeso in centro, a poca distanza dal luogo del delitto, il punto dove è stato commesso il furto.
Due pezzi di scotch nero, uno sopra e l’altro sotto il foglietto. Nel muro a fianco dei distributori automatici di bottigliette d’acqua e caffè. Si legge – in stampatello, i caratteri della speranza – in testa al foglio: "Offro 400 euro". Poi ancora: "A chi fornirà notizie utili per ritrovare due bici marca Giant, una blu e una rossa". C’è anche il disegnino con ruote, raggi e manubrio. Poi un altro dettaglio del ’ratto’. "Sparite ieri in corso Porta Reno". I numeri di telefono e ancora un altro disegno della bici, quasi la firma. Sono trascorsi alcuni giorni, i due cicloturisti hanno subito il furto nel ponte lungo della Pasqua, ma delle biciclette non c’è traccia, sparite nel nulla. "Sì – riprende lui, al telefono dalla sua Vigevano – abbiamo ricevuto alcune telefonate, ma alla fine le informazioni che ci hanno dato erano del tutto inattendibili".
Quindi quei soldi sono rimasti lì, in un cassetto. "Certo, 400 euro non sono pochi – spiega –. Il nostro intento era proprio quello, che la cifretta smuovesse un certo sottobosco criminale dove operano e si nutrono i ladri di biciclette. Ci hanno detto che qui a Ferrara i furti delle due ruote sono frequentissimi. Non lo sapevamo. Comunque – prosegue – tutte telefonate a vuoto".
Magari qualcuno che ci provava, che ha cercato di mettere le mani sui contanti. "Le nostre Giant – fa un po’ di conti – erano un po’ datate, il valore di entrambe era di 1500 euro. Ma c’eravamo affezionati, abbiamo percorso grazie a loro migliaia di chilometri in tutta Italia. Quando abbiamo un po’ di giorni liberi, quando siamo in ferie, saliamo in bici alla ricerca dei luoghi di questo Bel Paese. E a Ferrara abbiamo trovato una città bellissima, bellissimo il Delta". Sì perché i due turisti non si sono dati per vinti. Arrivati a Ferrara in auto, rimasti senza le loro due ruote, hanno deciso comunque di continuare l’escursione. E sono andati a Comacchio. "Abbiamo noleggiato altre due biciclette – racconta – e abbiamo fatto un giro nel Delta del Po, nella parte di questo paradiso in provincia di Ferrara. Siamo arrivati fino al faro, a Goro. Il furto non ci ha certo rovinato la bella impressione che abbiamo portato a casa di questa terra". Con le parole di due signore che – i turisti amareggiati davanti al ristorante, le bici sparite – si sono scusate a nome della città. "Ci hanno commosso".