"Un dipendente mi insulta, cambiategli ruolo" Bufera sulla lettera di Lodi a una cooperativa

Il vicesindaco ha scritto al responsabile della società: "Ma nessuna minaccia. Solo un legittimo esposto disciplinare dopo le offese". L’opposizione insorge e Ferraresi (Misto) porta il caso in procura: "Potere anomalo e ostentato. Ora commissariare il Comune"

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di Federico Malavasi

Una lettera inviata al responsabile di una cooperativa nella quale il vicesindaco Nicola Lodi chiede di valutare "un ruolo diverso" per un dipendente accusato di averlo insultato di persona e sui social. Ruota intorno a quella manciata di righe l’ultima bufera politica che vede coinvolto l’amministratore leghista. Una bagarre che ora rischia di tracimare anche in ambito giudiziario. La consigliera del Gruppo Misto Anna Ferraresi ha infatti annunciato di aver depositato un esposto in procura per chiedere chiarezza sull’accaduto. Ovviamente, la vicenda ha già spaccato in due l’agone politico e l’opinione pubblica ferrarese. Da una parte ci sono Lodi e i suoi sostenitori che definiscono l’azione del vicesindaco un "esposto disciplinare" e quindi "completamente legittimo", anche a fronte del ruolo ricoperto dal leghista e della "gravità" degli insulti subiti (già, peraltro, al centro di un’indagine). Dall’altra c’è l’opposizione, che parla invece di "atto intimidatorio" additando il "senso di onnipotenza e d’impunità del vicesindaco".

La lettera. A far scoppiare il caso è una email arrivata dall’indirizzo istituzionale del vicesindaco al presidente di una importante cooperativa sociale del territorio. Oggetto della missiva è un dipendente della coop che, durante una visita dell’amministratore all’ospedale di Cona per regalare dei fiori al personale della società impegnato al Sant’Anna, avrebbe rifiutato di fare una foto insieme a Lodi definendolo un "idiota". Un appellativo che poi è stato ripetuto dallo stesso operatore anche in un post sui social. Quest’ultima vicenda, per inciso, è già al centro di un procedimento penale giunto di recente alla conclusione delle indagini preliminari e che vede indagato per diffamazione lo stesso lavoratore della cooperativa. Poco dopo l’accaduto – siamo nel maggio del 2020 –, Lodi scrive la famosa email al responsabile della società. Dopo aver esposto l’accaduto, il numero due della giunta chiede, riferendosi al dipendente, di "valutare immediatamente in fase cautelare un ruolo diverso al di fuori della struttura ospedaliera in quanto da troppo tempo l’azione diffamatoria e lesiva continua imperterrita mettendo in cattiva luce chi da anni lavora per la salute dei ferraresi". Tutto ciò, conclude Lodi, "è necessario per mantenere sereni rapporti collaborativi con la vostra cooperativa e che vogliamo non vengano meno per colpa di una persona di questo genere". Alla mail di Lodi segue la risposta dei vertici della società che, "rammaricati per l’accaduto", annunciano l’attivazione di procedure disciplinari. La coop non ha comunque spostato il lavoratore che ricopre ancora il suo ruolo.

Bagarre. La notizia, trapelata solo ieri, diventa subito un caso politico. La prima bordata arriva dalla consigliera Ferraresi che annuncia un esposto in procura, portando così il caso all’attenzione degli inquirenti. "Già da anni ho denunciato l’esibizione e l’uso da parte di costui (Lodi, ndr) di un potere anomalo e ostentato – dice Ferraresi –. Ora arriviamo al punto che questo potere viene esercitato per intimidire il libero esercizio dell’attività economica di aziende che intrattengono rapporti con la pubblica amministrazione. Mi chiedo cosa aspettino l’autorità giudiziaria e il ministero dell’Interno a intervenire, anche commissariando il Comune".

Replica. La risposta di Lodi è affidata a una diretta Facebook e a una nota del suo legale, l’avvocato Carlo Bergamasco. Quest’ultimo spiega come nella lettera non ci sia "alcuna prospettazione di conseguenze negative sul rapporto tra Comune e cooperativa, quanto piuttosto l’auspicio che l’invocata azione disciplinare possa contribuire a mantenere la serenità di un rapporto sempre svoltosi nel migliore dei modi. Si rammenta – chiude il legale – che il rapporto tra Comune e coop consegue a precisi atti amministrativi su cui il vicesindaco non ha e non reclama alcun potere". Lodi rimarca infine l’assenza di minacce nella lettera, sottolineando come "i rapporti con la cooperativa non siano venuti meno" ma, al contrario, "siano stati rafforzati nel corso del tempo".