"Un salto prima di finire in mare Così ricicliamo l’acqua per i campi"

Sistema di idrovore recupa l’oro blu usato per irrigare, il presidente del consorzio Calderoni "In una manciata di giorni installate 20 pompe idrauliche, salviamo 800 milioni di litri al giorno"

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di Mario Bovenzi

Nell’arco di appena tre giorni sono state installate 20 pompe idrauliche grazie anche all’intervento delle squadre della Protezione civile. Da Mesola a Jolanda, da Argenta a Comacchio, una rete di impianti ’guidati’ da un telecontrollo brevettato appena qualche mese fa. In pratica, in una manciata di ore, è nato un sistema idraulico realizzato dagli ingegneri del Consorzio di bonifica di Ferrara che permette di recuperare 800 milioni di litri al giorno. Tradotto, è stata riciclata l’acqua che dopo le irrigazioni delle campagne si sarebbe persa in mare, oro blu che grazie a questo sistema idraulico è tornato indietro per dare di nuovo sollievo alle colture. Un metodo che ha ridotto del 20% il prelievo dal grande fiume, boccata d’ossigeno per un gigante da mesi in agonia.

Bene le preghiere per invocare l’acqua che pare siano state ascoltate nel giro di appena 24 ore, ma – come si dice – aiutati che Dio di aiuta

"In pratica – risponde Stefano Calderoni, presidente del consorzio e vicepresidente Anbi _ questo sistema fa tornare indietro l’acqua prima che finisca in mare, la ‘solleviamo’, le facciamo fare un salto e così la ricicliamo per le nostre campagne che sono, va detto, in una situazione di forte sofferenza"

I raccolti?

"Il grano si è salvato, anche se abbiamo avuto una perdita della produzione del 20%. Il mais sta morendo, è giallo. Alcuni agricoltori lo stanno buttando giù con la speranza di riuscire a seminare qualche altra coltura"

Un sistema idraulico al suo debutto. Come funziona?

"Le idrovore provvisorie, associate allo spegnimento di alcuni impianti, reimmettono risorsa idrica nella rete di canali, altrimenti destinata a disperdersi in mare. Il recupero di quest’acqua permette di mantenere livelli idrici compatibili con il servizio irriguo, limitando i disagi per gli agricoltori di un territorio da tempo in grave stress idrico"

I risultati, quali sono i tempi?

"Gli effetti sono stati quasi immediati. Siamo riusciti a risolvere temporaneamente le situazioni di maggior criticità, pur in assenza di precipitazioni e riducendo i prelievi da Po. Solo un esempio. L’impianto a Tieni, nel comune di Fiscaglia, ha da solo una portata di 1200 litri al secondo. Non è poco"

Ma quanto costa?

"Tanto, stiamo affrontando forti costi per il gasolio necessario a far funzionare gli impianti. Quando la situazione di criticità verrà meno, è evidente che l’esperienza dovrà essere valutata e studiata. Dobbiamo capire se è possibile replicare questo sistema, analizzando anche costi e benefici in termini energetici e di qualità delle acque. Non dobbiamo dimenticare che nel Delta del Po l’ecosistema beneficia dell’apporto di acqua dolce dei canali consortili, che contribuiscono a frenare il cuneo salino e il processo di desertificazione della costa"

E’ stato dichiarato lo stato d’emergenza dal governo, può essere una risposta?

"E’ uscito il decreto, adesso stiamo a vedere quanti fondi verranno stanziati e come verranno erogati"

Il piano nazionale di ripresa e resilienza?

"Con il Pnrr sono in arrivo stanziamenti per 31 milioni di euro. Attendiamo solo il via libera per partire con i lavori"

Tre giorni per creare un sistema mai sperimentato prima. Come avete fatto?

"Devo ringraziare la mia squadra, si sono fatti in quattro. E’ stata una lotta contro il tempo, che abbiamo vinto grazie a personale motivato, che crede in quello che fa, che ha il senso di appartenenza al consorzio. E che ha capito qual è la posta in palio, la salvezza della nostra agricoltura e di un territorio".