
E’ rientrata l’emergenza a San Giovanni per l’improvvisa falla che si era aperta nel canale navigabile nella notte di domenica. I soccorsi sono scattati tempestivamente e hanno evitato il peggio. Il flusso d’acqua è stato copioso, tanto da indurre una famiglia di due persone ad allontanarsi temporaneamente e così pure un nucleo di sei operai di uno stabilimento di lavorazione dei pomodori che avevano casa non distante dell’argine che si era aperto, una falla di circa sei metri. Erano stati pre-allertate altre sei famiglie, contattate dal sindaco stesso. L’argine è stato messo in sicurezza nel corso della notte e gli sfollati sono tornati nelle loro case. Restano però in sospeso alcune considerazioni. La prima è la ragione del cedimento dell’argine e la seconda come evitare che succeda in futuro.
Temi che affidiamo al sindaco di Ostellato, Elena Rossi, che è rimasta sul posto fino al termine delle operazioni di sistemazione dell’argine, tanto da ammalarsi. Il sospetto è che il Navigabile abbia accolto le acque stagnanti dell’alluvione che ha colpito Conselice, facendo salire il livello dell’acqua fino a livelli di stress delle sponde, acque che poi hanno fatto alzare la pressione sugli argini.
"E’ stato il combinato disposto di due fattori – spiega il primo cittadino – l’immissione per più giorni consecutivi delle acque della Romagna alluvionata, unitamente al logoramento degli argini per l’erosione operata dalla tane scavate dagli animali: nutrie soprattutto, ma anche istrici e tassi".
Il comune di Ostellato rivolge un appello all’Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, l’ente che raccoglie l’eredità del disciolto "Magistrato per il Po", che cura la gestione del reticolo idrografico principale del maggiore bacino idrografico italiano, occupandosi, essenzialmente, di sicurezza idraulica, demanio idrico e navigazione fluviale.
"Rivolgo un invito all’Aipo per un sopralluogo urgente – insiste il sindaco – una verifica più approfondita sul posto per lo stato arginale. La falla si è aperta a un chilometro da San Giovanni, ma chiediamoci cosa sarebbe accaduto se si fosse verificato vicino al paese: le conseguenze sarebbero state ben più serie. Ci sono stati danni ingenti alle colture? Per fortuna no, i danni sono stati limitati a una fascia di quaranta metri dall’argine".
Franco Vanini