Un viaggio a ritroso nell’arte ’Le mani nel carbone’ in galleria

Un viaggio a ritroso nell’arte  ’Le mani nel carbone’ in galleria

Un viaggio a ritroso nell’arte ’Le mani nel carbone’ in galleria

"In ogni pezzo, una storia", dicono i titolari Paolo Volta e Lucia Boni. Di anni, ripercorsi in opere d’arte, la galleria del Carbone ne conta 23 e li celebra con l’ultima mostra dal titolo ’Le mani nel carbone’ (aperta fino al 26 marzo), che conta alcuni degli omaggi d’artista lasciati dalle firme che vi hanno esposto dal 2000 a oggi. Un viaggio che passa attraverso tanti nomi ferraresi – Bonora, Goberti, Mastellari, Zanni, Carletti, Franceschini, Guidi, Tumiati, Trombini – e che conduce in altre province italiane e all’estero. Nei locali di via del Carbone si ritrovano anche opere di Vadim Tselousov, artista ucraino, di Odessa (e qui laureato al locale State Art College), un’opera a firma di Path ‘Patti’ Smith, cantautrice della celeberrima Because the Night, Christoph Gerling, pittore di Norimberga e una cassetta con la corrispondenza continua, da ogni parte del mondo, dell’americano Leo Morrissey, viaggiatore e documentarista da almeno cinque anni in contatto con gli amici della galleria ferrarese. Le opere esposte sono decine. "Ma sono solo una parte, la prima di una raccolta molto più ampia", che segnerà successive tappe di questo percorso celebrativo della storia della galleria del Carbone. La rassegna ha il patrocinio del Comune. "Siamo felici di essere al fianco di chi, nel valorizzare l’arte ferrarese, ha generato connessioni nazionali e internazionali, con la cura del bello e la passione per l’arte sempre al centro della propria storia, aggregando artisti, stili, generi", dice l’assessore Marco Gulinelli. Il percorso è trasversale alle diverse arti. Vi si ritrovano infatti lavori di scenografi come Pietro Lenzini, che propone un suo progetto grafico per la rappresentazione dell’opera verdiana “Il Trovatore”, Lidia Bagnoli, insegnante all’accademia di Brera, a Milano; e alcuni itinerari tematici approfonditi negli anni. Uno di questi - dedicato alla figura di Pinocchio - raccoglie i contributi di diversi autori: erano i primi anni del 2000 e il simposio artistico nel segno del capolavoro di Carlo Collodi confluì anche in una traduzione in dialetto ferrarese, firmata da Italo Verri, autore della versione vernacolare “Gli aventur ad Pinochio”. Il libro, stampato a cura di Lorenzo Magri per i tipi della tipografia Comunale è tuttora richiesto da biblioteche e collezionisti della storia collodiana.