
Nicola Leonardi con il fratello Fabrizio porta avanti l’azienda agricola associata a Coldiretti a Cologna, Riva del Po
E’ stato uno dei primi nella nostra provincia a trovare i braccianti grazie al decreto flussi. "Sono stato costretto ad ingegnarmi. Fino a una ventina di anni fa i ragazzi dei paesi facevano a gara per venire a lavorare per qualche giorno in campagna, guadagnavano un po’ di soldini. I paesi si spopolavano, nei bar non trovavi più nessuno. Erano tutti nei campi. Poi è finito tutto, non viene più nessuno a lavorare in campagna. Da me c’è un pensionato e un ragazzo italiano. Poi una coppia di romeni, gli altri sono marocchini", Nicola Leonardi con il fratello Fabrizio porta avanti l’azienda agricola associata a Coldiretti a Cologna, Riva del Po. Da 30 anni, prima al timone c’era il padre che è pensionato.
Da quanti anni trova i dipendenti con il decreto flussi? "Più di dieci anni, in pratica da quando è stata varata questa misura. Non ricordo bene. Non sapevamo come fare, così attraverso l’associazione di categoria abbiamo tentato questa strada"
Funziona? "Allora, diciamo che ogni anno siamo riusciti ad avere i dipendenti appena in tempo. In campagna è così, quando la frutta è pronta va raccolta. Né prima né dopo, così funziona la terra secondo i suoi cicli. Che vanno rispettati"
Produce soprattutto frutta "Sì, per i cereali del resto la manodopera ormai non serve più. Coltiviamo pere, pesche e susine"
E’ ormai un veterano, qual è l’iter per avere personale con i flussi? "Fai la richiesta, la domanda. In genere a dicembre o gennaio. A maggio arriva il via libera della prefettura, a quel punto parte una mail per il paese d’origine. E devi aspettare per il timbro, il disco verde definitivo. Quando arrivano in Italia devono presentarsi entro otto giorni, questo è il tempo limite"
Il meccanismo funziona? "Sono stati apportati miglioramenti, diciamo che è uno strumento prezioso. Anche se magari un po’ di olio in più nell’ingranaggio non guasterebbe"
Gli ostacoli? "La nostra prefettura è celere, lavora bene. Quindi a Ferrara la pratica supera questo primo step senza eccessive lungaggini. L’iter si impantana un po’, a volte un bel po’, per il timbro del paese straniero. Ci sono stati alcuni casi paradossali. Un mio amico, un agricoltore ha chiesto manodopera per la raccolta estiva, sono arrivati qualche giorno prima di Natale. Tra l’altro si sono presentati in campagna ben 15 giorni dopo l’arrivo in Italia. Non sapeva davvero come utilizzarli"
I tempi dovrebbero essere un po’ più veloci "Sì, sarebbe meglio. Se ti va bene arrivi al fotofinish. Poi c’è un altro scoglio"
Quale? "Per carità tutto giusto, corretto. Devi allegare al fascicolo un documento che attesta l’idoneità abitativa dell’alloggio dove andranno a stare. E’ una tutela nei loro confronti, evita che finiscano in una casa diroccata. Ma ci vuole equilibrio, buon senso. Nei paesi ci sono tantissime case vuote, case abitabilissime, idonee, adeguate. Ma vai a trovare il documento di idoneità abitativa per un immobile degli anni Ottanta, Novanta. Allora non lo chiedeva e non lo aveva nessuno. Sono documenti che ha in mano chi ha fatto magari una ristrutturazione. Ecco, questi sono nodi da sciogliere"
Se l’iter si inceppa è un bel problema "Già, se manca una persona, due, puoi anche riuscire a raccogliere lavorando di più. Se non ti arrivano cinque persone, numero che avevi già previsto, allora sì che diventa un’impresa. La frutta in campagna non aspetta".