
"Una denuncia, in musica e parole. Contro il pregiudizio maschile"
Oggi, alle 21, al Teatro dei Fluttuanti di Argenta ci sarà Veronica Pivetti in ‘L’inferiorità mentale della donna’.
Cosa ci può raccontare?
"In realtà gli spettacoli non si dovrebbero mai raccontare: il teatro va visto e vissuto. E’ uno spettacolo nuovo e attualissimo. E’ tratto dal libro del 1901 di Paul Julius Moebius, neurologo che postulò concetti a dir poco folli per dimostrare la ‘deficienza mentale fisiologica’ della donna. Anche Cesare Lombroso, padre della criminologia, e le sue teorie rivivono nello spettacolo, con altri personaggi altrettanto ‘singolari’. Questo spettacolo è una denuncia, in musica e parole, della difficile condizione della donna nei secoli e delle lotte che ha dovuto combattere per non essere annientata socialmente. Il testo, di Giovanna Gra racconta la battaglia costante contro il pregiudizio maschile. Uno spettacolo che stupisce, in cui si ride amaramente, si riflette, ci si commuove e ci si diverte, soprattutto di fronte all’enormità di certi concetti assolutamente inaccettabili"
Quanto la fa arrabbiare lo stereotipo dell’inferiorità delle donne?
"Mi fa talmente arrabbiare che l’ho voluto trasformare in uno spettacolo. Ma siccome so che l’ironia è un’arma molto più potente della rabbia, questo testo è venato di ironia ed umorismo"
Quanto ha dovuto combattere per la parità?
"Combatto costantemente e so già che morirò senza aver visto che pochi, pallidi risultati. Il maschilismo è una brutta bestia ed estirparlo è davvero arduo. Anche se basterebbe la buona volontà di tutti per cambiare le cose"
Che messaggio vuole dare alle donne?
"Siate sempre consce del vostro valore"
E agli uomini?
"Amateci sul serio e vogliate la nostra emancipazione. L’amore è questo: volere il bene dell’altro.
Una difesa delle donne a teatro, scegliendo l’ironia e non la drammaticità: è questa la chiave giusta per farcela?
"Per farcela, non lo so, anche se lo spero. Per combattere, senz’altro. Come dice sempre la mia mamma: si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile d’aceto"
Cos’è il teatro per lei?
"Spettacolo puro, impegno, fatica fisica e mentale, adrenalina e infinito godimento"
Cosa prova quando sale sul palco?
"C’è una platea piena di gente che vuole da te ciò che gli hai promesso. Il pubblico è il più bel regalo che la vita mi ha fatto"
Dai suoi genitori che le dicevano che questo era ‘un ambientaccio’ ai grandi successi superando anche la depressione: quanto è dovuta essere forte?
"Non saprei dirle se sono forte. Credo di avere anche spaventose debolezze, ma questo è ciò che vivo dal di dentro. Agli occhi altrui probabilmente passo per una persona forte. Ma mai mi definirei ‘forte’ e basta".
Laura Guerra