CronacaBimbo annegato in piscina a Ferrara, la mamma: "Una disgrazia, ma non mi sento colpevole"

Bimbo annegato in piscina a Ferrara, la mamma: "Una disgrazia, ma non mi sento colpevole"

La donna è stata rinviata a giudizio: "Ho perso tutto. Ora voglio verità". Il titolare dell’agriturismo patteggia otto mesi

Maxsimiliano Grandi, morto a quattro anni nell’estate del 2020

Maxsimiliano Grandi, morto a quattro anni nell’estate del 2020

Ferrara, 20 ottobre 2021 - "È una disgrazia successa a me nell’arco di pochi secondi e per la quale non sento di avere colpa. Quel giorno ho perso tutto ma non voglio fare la guerra a nessuno. Ho scelto questa via (quella del processo dibattimentale, ndr) per conoscere la verità su quanto è successo". Sono le poche ma decise parole con le quali Veronica Romanelli, 45 anni, ha commentato la decisione del gup Carlo Negri di mandarla a processo per la morte del figlioletto di quattro anni, Maxsimiliano Grandi, annegato nel luglio del 2020 nella piscina dell’agriturismo ‘Ca’ Laura’ di Bosco Mesola. Oltre alla donna (presente ieri mattina in udienza al fianco del suo legale, l’avvocato Gianni Ricciuti), per la tragedia era imputato anche il gestore della struttura, Gabriele Mantovani, 69 anni (avvocato Mirca Ferrari). L’accusa formulata dalla procura è di omicidio colposo in concorso: la mamma per non aver "sorvegliato adeguatamente" il piccolo e l’imprenditore per non aver predisposto "adeguati presidi di assistenza e salvataggio".

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Ieri mattina si è conclusa l’udienza preliminare. Mantovani, come già annunciato nella precedente udienza, ha scelto la strada del patteggiamento. Il gup ha quindi confermato la pena concordata tra le parti: otto mesi di reclusione con sospensione condizionale e non menzione. Per quanto riguarda Romanelli, le parti hanno discusso. Il pubblico ministero Stefano Longhi ha insistito per il rinvio a giudizio mentre il difensore della 45enne ha sostenuto le proprie conclusioni in una lunga e complessa arringa. Alla fine il giudice ha disposto il rinvio a giudizio con fissazione della prima udienza dibattimentale per il 21 marzo alle 9.30. Il processo si terrà senza parti civili, dal momento che è stato verificato l’avvenuto risarcimento del danno. Come persone offese erano stati individuati il padre e la nonna di Maxsimiliano (assistiti dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini) e altri tre congiunti (avvocato Patrizia Micai).

"Veronica è una donna molto determinata – è il commento del difensore di Romanelli –. Abbiamo deciso di andare avanti con il procedimento per sapere cosa sia veramente successo quel giorno a Maxsimiliano. La mia assistita sta affrontando questa situazione con coraggio e dignità, perché non ha nulla da rimproverarsi".

La tragedia di ‘Ca’ Laura’ si è consumata nel pomeriggio del 12 luglio del 2020 nella struttura della frazione mesolana. Mamma e figlioletto stavano trascorrendo qualche ora in piscina quando, stando alle ricostruzioni dei carabinieri intervenuti sul posto, Maxsimiliano si è allontanato dal genitore. Senza che nessuno se ne accorgesse, è poi caduto nella vasca degli adulti, annegando. La morte sarebbe sopraggiunta nell’arco di "alcuni minuti", anche se su questo aspetto non c’era piena concordanza tra le perizie. Quando i presenti si sono accorti del corpicino sommerso, ormai per il bimbo non c’era più nulla da fare.