
Matteo Bianchi e Giulio Ferroni dialogano sulla figura e l’opera di Pazzi
Continuare a cercare Roberto Pazzi per rileggere la sua opera. Ieri pomeriggio, nel chiostro dell’Istituto di Storia Contemporanea, Giulio Ferroni ha tenuto una lectio magistralis sul passaggio dall’orizzonte poetico a quello prosastico dello scrittore estense. Dopo l’augurio dell’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, Matteo Bianchi ha intervistato l’accademico e saggista, già membro del comitato scientifico del Centro Studi ‘Roberto Pazzi’ insieme ad Alberto Bertoni, Dacia Maraini, Massimo Onofri e Paolo Vannelli. Centro Studi che sta trasformando la casa dello scrittore in una vera e propria fucina creativa, e ha aperto l’anno rivolgendosi ai lettori in erba.
Con questi presupposti, grazie alla collaborazione del liceo scientifico Roiti e con il patrocinio del dipartimento di Lettere, è nato ‘Cercando Roberto Pazzi’, un progetto concepito dai docenti Claudia Mirrione e Giorgio Rizzoni che, da gennaio scorso, ha raccolto una cinquantina di studenti intorno alle pagine dell’intellettuale scomparso il 2 dicembre 2023. A ispirare il titolo e a motivare il gruppo di lavoro è stata anche la riedizione di ‘Cercando l’imperatore’, ridato alle stampe da La nave di Teseo a quarant’anni dall’esordio narrativo di Pazzi e dal successo che già nel 1985 riscosse con il Premio Selezione Campiello. Nel panorama letterario italiano l’opera di Pazzi si distingue per il profondo legame con la città di Ferrara che, con la sua storia e le sue atmosfere, è per lui fonte d’ispirazione costante, cosa che lo rende così rilevante per il nostro territorio. Legame spesso sottinteso e sublimato, che gli ha permesso dal suo studio in Contrada della Rosa di spaziare per il mondo.
"Proprio a partire dallo studio di alcune tra le sue poesie più significative sul genius loci – precisa Mirrione – tra cui ‘I nomi’, ‘Gli orologi di Ferrara’, ‘Tornare a Ferrara’ e ‘Al Po’, tratte dall’auto-antologia ‘Un giorno senza sera’ Rizzoni e io abbiamo organizzato diversi incontri seminariali in cui gli allievi del Roiti hanno evidenziato come dai testi emergano alcuni temi interessanti: il rapporto del poeta con lo scorrere del tempo e, soprattutto, il rapporto con una città dai contorni umani frastagliati, sempre indecisa tra slanci e arroccamenti, intrisa di nebbia, di grigiore e a pochi passi dal grande fiume che si staglia, oltre l’orizzonte, temibile come una divinità". Temi che i ragazzi restituiranno ai luoghi e agli abitanti della loro città di appartenenza con una serie di manifesti grafici che saranno presentati ed esposti in biblioteca Ariostea, 6 giugno, in occasione dell’Omaggio alla Poesia.