FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Una vita per il sindacato. Addio a Marisa Baroni: "Se ne va un pezzo di storia della Cisl"

All’età di 91 anni è scomparsa una figura in prima linea nel volontariato "Era positiva e ci invitava a non abbatterci mai davanti alle difficoltà". Il funerale verrà celebrato oggi alle 15,30 alla chiesa dell’Addolorata. .

All’età di 91 anni è scomparsa una figura in prima linea nel volontariato "Era positiva e ci invitava a non abbatterci mai davanti alle difficoltà". Il funerale verrà celebrato oggi alle 15,30 alla chiesa dell’Addolorata. .

All’età di 91 anni è scomparsa una figura in prima linea nel volontariato "Era positiva e ci invitava a non abbatterci mai davanti alle difficoltà". Il funerale verrà celebrato oggi alle 15,30 alla chiesa dell’Addolorata. .

Se n’è andata in silenzio, con la leggerezza che ha sempre avuto nel vivere e nel pensare. Marisa Baroni – per tutti semplicemente "Marisa" – ha lasciato un vuoto e non solo nella sua amata Cisl che parla più delle parole. È scomparsa così, in punta di piedi, come ogni giorno arrivava in ufficio all’Anteas, con il bastone in mano e il sorriso sulle labbra. Una presenza costante e discreta, fatta di ascolto, dedizione e sguardo lucido sulle cose del mondo. Oggi pomeriggio alla chiesa dell’Addolorata, a partire dalle 15.30, l’ultimo saluto. Marisa è stata tante cose. È stata operaia, sindacalista, cattolica convinta ma laica nel pensiero. È stata la prima donna italiana a rappresentare i lavoratori dello zucchero alla Comunità Europea. "La ragazza dei fruttini", la chiamavano alla Lombardi, dove da giovanissima organizzava le lavoratrici. Seguiva don Mori, il fondatore della Gioventù Operaia Cattolica, e cominciava a fare sindacato quando farlo significava metterci la faccia e spesso anche rischiare. È stata pioniera anche nel rompere barriere di genere. La Federazione Pensionati Cisl di Ferrara ricorda come Marisa sia stata la prima donna nella segreteria degli Alimentaristi, la prima responsabile in Europa, colei che nel 1960 organizzò il primo Convegno delle Donne a Ferrara. Un cammino di "prime volte" che testimonia il suo impegno contro una cultura maschilista e la sua lotta per affermare la presenza femminile nel sindacato. Era un punto di riferimento. Paolo Paramucchi, amico e compagno di battaglie, racconta come con Marisa si parlasse di tutto: delle fatiche del mondo, ma anche delle speranze. Quando le cose si facevano difficili, lei sorrideva e diceva: "Non ti preoccupare Paolo, Dio vede e Dio provvede. Vedrai che andrà tutto bene". Una frase che non era solo fede, ma uno stile di vita. Marisa non era solo una memoria viva del sindacato, era anche un’ispirazione costante. Lo sa bene Giuseppe Tagliavia, attuale segretario generale della Cisl. Poco prima della sua elezione, Marisa si era presentata nel suo ufficio con un sorriso e un foglio scritto a mano. "Tra un po’ tocca a te, Giuseppe. Se non ti offendi, ti ho portato alcuni miei appunti". Appunti scritti da una novantenne, ma con una lucidità sorprendente. "Bisogna essere solidali e promuovere la solidarietà. Il sindacato deve andare incontro alle persone, non aspettare che siano loro a venire da noi". Poche righe che Tagliavia definisce un vero "testamento sindacale. Un’eredità morale – così il segretario – che mette al centro la persona, il valore della prossimità, il senso profondo del fare sindacato". Marisa non dava lezioni, offriva esempi. Ha saputo coniugare concretezza e visione, affetto e fermezza, senza mai perdere il contatto con la realtà. I messaggi di cordoglio che continuano ad arrivare da tutta Italia raccontano quanto fosse stimata, amata. Ma è nei ricordi personali, nei dettagli, che Marisa continua a vivere. C’è un’eredità che non si misura con le cariche o i titoli, ma con la coerenza. Marisa ha attraversato la storia della Cisl ferrarese – e non solo – lasciando un’impronta che resta. Un’impronta che sa di radici profonde, che non gelano mai.