Unife in campo per la pace "Un modo per discuterne"

Incontri e iniziative di sensibilizzazione che prenderanno il via il 22 novembre con due conferenze: una a Casa Cini e una al polo didattico di via Adelaide

Migration

L’Università di Ferrara scende in campo per la pace. L’ateneo ferrarese ha infatti aderito a Runipace, la rete nazionale che promuove incontri e iniziative contro la guerra nelle e col contributo delle università italiane, e in queste settimane sarà protagonista insieme a Rete per la Pace, Movimento Nonviolento e alla diocesi ferrarese di diverse iniziative culturali per sensibilizzare studenti e opinione pubblica. Iniziative che prenderanno il via con due diverse conferenze: il 22 novembre a Casa Cini e il giorno successivo al polo didattico di via Adelaide. Nel primo caso saranno protagonisti i volontari del Movimento Nonviolento e dell’associazione ‘Un ponte per’, che porteranno al pubblico i racconti dalle carovane umanitarie che in questi mesi hanno raggiunto l’Ucraina, mentre il secondo incontro vedrà la coordinatrice nazionale di Runipace, Enza Pellecchia, affrontare il tema del disarmo nucleare a livello globale.

"La nostra idea – afferma il professore di Unife Alfredo Morelli – è creare una rete per promuovere gli studi sulla pace non solo con i soggetti istituzionali, ma con movimenti, associazioni e soggetti culturali in un’ottica di sinergia". L’imperativo secondo i docenti che hanno aderito è avere un approccio multidisciplinare: "L’approccio a questi argomenti può essere storico, economico, scientifico, filosofico, sociale, scientifico: attraverso una rete si può contare sul contributo di tante discipline e modi diversi di argomentare". Parlare di pace diventa quindi un modo per ragionare su tutto il mondo che ci circonda e sui fenomeni che oggi lo contraddistinguono: dagli squilibri economici ai flussi migratori, passando per dinamiche finanziarie, politiche e culturali. Certo è che oggi anche un tema come la pace può dare adito a diverse incomprensioni, come mostrato ad esempio dalle manifestazioni di dieci giorni fa a Milano e Roma. Entrambe dichiaratamente in sostegno della pace, ma di fatto su posizioni completamente contrapposte: da un lato il supporto alla resistenza ucraina contro l’invasione russa, dall’altro una sostanziale equidistanza tra le nazioni in conflitto con la richiesta al governo italiano di interrompere l’invio di armamenti. Di quale approccio parliamo in questo caso? Per quanto riguarda il Movimento Nonviolento, tra gli organizzatori della manifestazione romana, la posizione è chiara: "Più che di equidistanza, parlerei di equivicinanza – afferma la coordinatrice ferrarese Elena Buccoliero –. Durante i nostri incontri abbiamo dato spazio alle voci di obiettori di coscienza e disertori sia ucraini che russi, che testimoniano l’esistenza di una parte di popolazione contraria a ogni tipo di conflitto che spesso non viene presentata". Più variegate le posizioni nel mondo universitario, ma per il professor Giuseppe Scandurra questo si potrà rivelare una risorsa: "L’obiettivo non è portare avanti un’idea, ma un modo di ragionare. Ci sono posizioni molto diverse anche tra noi, ma questa è una ricchezza: proprio perché siamo tanti, e diversi, un luogo come l’università può essere un catalizzatore per discutere e approfondire tutte le opinioni guardando a un obiettivo comune".

Ruggero Veronese