Lutto nella comunità scientifica e nella nostra università per la morte di Francesco Fagioli, già professore ordinario di chimica dell’ambiente e dei beni culturali dell’Università di Ferrara e già direttore dell’allora Dipartimento di Chimica. "La sua scomparsa segna un grave lutto per il nostro Ateneo": così la rettrice Laura Ramaciotti, a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, ha espresso ai familiari il "più vivo e sentito cordoglio".
Questo il testo del ricordo del gruppo di Chimica analitica Unife: "Le colleghe e i colleghi chimici dell’Università partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del professor Fagioli, già ordinario di chimica analitica e figura centrale per molti anni del Dipartimento, mancato lo scorso 22 aprile. Nato a Portomaggiore nel 1934, Francesco si laureò in chimica a Ferrara nel 1960 con una tesi pionieristica sui metodi cromatografici per gli amminoacidi, aprendo la strada a innovazioni industriali nel campo della produzione dello zucchero.
Dal 1961 al 2006, impartì i corsi di analisi chimica quantitativa (attivo dal 1962) e chimica applicata (introdotto nel 1963-1964). Direttore del dipartimento (1997-2003) e vice presidente della consulta dei dipartimenti, modernizzò laboratori e didattica. Fondò e diresse, fino al suo pensionamento, il Centro interdipartimentale di spettroscopia atomica del dipartimento di chimica, che fu la base per la sua attività scientifica, di grande rilievo nazionale e internazionale.
Francesco organizzò a Ferrara uno dei primi convegni ISA (Incontro di spettroscopia analitica) della Società chimica italiana. Ottimo didatta, molto apprezzato dalle sue studentesse e dai suoi studenti con cui sapeva instaurare rapporti di grande familiarità, continuò a insegnare chimica dell’atmosfera (dal 1999) ed energia e ambiente (dal 2005) anche dopo il pensionamento (2006), a riprova di quella dedizione all’insegnamento e attaccamento agli studenti che lo hanno sempre contraddistinto. Punto di riferimento costante per la soluzione di problemi di tipo analitico, era sempre disponibile a condividere la sua vasta esperienza, specialmente con i colleghi chimici più giovani".