Unife Medicina Ferrara, ora i posti salgono a 602

Arriva il via libera dal Ministero Unife si attesta al secondo gradino come disponibilità di immatricolazioni, seconda solamente alla ‘Sapienza’

Uno scatto che ritrae il rettore di Unife, Giorgio Zauli

Uno scatto che ritrae il rettore di Unife, Giorgio Zauli

Ferrara, 30 giugno 2019 – Seicentodue posti alla facoltà di Medicina nell’ateneo ferrarese al posto degli attuali 183 per l’anno accademico 2019/2020. Tecnicamente sarebbero 600, ma ce ne sono due in più riservati agli studenti extracomunitari. Sono stati firmati l’altro giorno dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, i decreti che determinano il numero di posti disponibili per le immatricolazioni ai corsi di laurea (comprese quelle magistrali a ciclo unico) ad accesso programmato nazionale per l’anno accademico 2019/2020.

Come annunciato dal titolare del dicastero del Miur, la disponibilità quest’anno è aumentata. Infatti, le immatricolazioni possibili, per la sola facoltà di Medicina, su scala nazionale, saranno 11.568. In questo contesto, è stato individuato un segmento specifico riservato agli studenti extracomunitari, che corrispondono a 743 posti per Medicina (sia in lingua italiana che in lingua inglese), 86 per odontoiatria, 74 per veterinaria 1277 per il corso di laurea triennale in professioni sanitarie e altri 78 per la magistrale.

L’assegnazione dei seicento posti da parte del Ministero ( più due riservati agli extracomunitari), colloca il nostro ateneo ai vertici nazionali per disponibilità di immatricolazioni. Infatti Unife è seconda solo al policlinico ‘La Sapienza’ di Roma a cui il Miur ha concesso 660 nuove immatricolazioni. Grandi numeri anche a Napoli alla ‘Federico II’ (507) e all’Università della Campania ‘Vanvitelli’ (500) ed infine Torino con 450 posti. Risultato quantomai insperato per la nostra università, ma che sicuramente ne rafforza il ruolo su scala italiana, specie in vista della sperimentazione, in direzione del superamento del test d’ingresso alla facoltà di Medicina, concepito e lanciato dal rettore, Giorgio Zauli.

Sperimentazione che, nella sua completezza, partirà il prossimo anno ma che già dall’anno accademico (che partirà a settembre) si concretizzerà nel cambio di formulazione in cui gli esami del primo anno verranno somministrati agli studenti. Orali? Bye Bye. La nuova formula concepita dal rettore prevede che le prove siano scritte e non più sostenute oralmente. In più, entro metà del prossimo anno, proprio per dare il là definitivo alla ‘riforma Zauli’, Unife dovrà trasmettere al Ministero un report dettagliato che tracci una mappa degli studenti che hanno superato tutti gli esami del primo semestre con una media uguale o superiore ai 27 trentesimi.

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Questo per dare modo al Miur di calibrare l’assegnazione di posti in relazione ai criteri contenuti nella proposta. Proposta che, oltre ad avere avuto parere positivo dopo essere stata ascoltata nell’ambito dell’audizione parlamentare dedicata, ha già incontrato il placet di diversi esponenti del Governo, a partire dal vicepremier, Matteo Salvini. Ma, al di là dei pareri politici, anche strutture cliniche piuttosto accreditate, come il San Raffaele di Milano, sembrano aver sposato da subito la formulazione concepita dal rettore di Unife. Dunque, quest’anno sarà una sorta di ‘pre- sperimentazione’, anche sotto il profilo gestionale e logistico, in vista della partenza ufficiale del prossimo anno accademico.