Unife, Zauli stoppa la ripresa in presenza

Il rettore: "Malgrado il decreto lo preveda, non ci sono le condizioni per riavviare le lezioni in aula per il 50% degli studenti"

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di Federico Di Bisceglie

Nonostante il Dpcm conceda la possibilità, a partire dal mese prossimo, di ritornare a calcare le aule universitarie al 50% in presenza, la decisione del rettore di Unife Giorgio Zauli, rimane granitica. "Non ci sono ancora le condizioni per riaprire le aule, neanche con una presenza dimezzata rispetto alla norma". Anzi, secondo Zauli la parziale riapertura concessa dal ministro Manfredi "è una bizzarria. Un tentativo di scimmiottare gli istituti superiori ma, grazie al cielo, l’università è un’istituzione indipendente".

Peraltro la Regione ha dato il via libera al rientro negli atenei, nel solco della misura governativa. L’esito di questa decisione arriva a margine della conferenza Regione-Università, a cui hanno partecipato l’assessore regionale all’Università Paola Salomoni, il collega alla Mobilità e trasporti Andrea Corsini e diversi rettori delle università emiliano-romagnole. Al netto della task force sui trasporti predisposta dagli uffici di viale Aldo Moro, ogni università in Regione riprenderà le lezioni secondo il proprio calendario didattico. A partire da lunedì prossimo. Nonostante le deliberazioni regionali, comunque, la decisione dell’università estense rimane granitica. "Avevamo già deliberato che per tutto il 2021 le lezioni sarebbero state in remoto – rimarca il magnifico – e continueremo secondo questo schema". Un piano di lavoro che prevede, in presenza, solamente gli approfondimenti e le attività di laboratorio. Cosa che peraltro è prevista anche dalle linee dettate dalla Regione. In più a Ferrara, per il 2021, l’indirizzo che Zauli vuole imprimere è quello di "concedere degli appelli straordinari a marzo e ad aprile". Iniziativa questa già assunta a pandemia furoreggiante e che ha sortito "ottimi risultatati". Infatti non è servita esclusivamente a recuperare gli appelli che erano saltati a causa della chiusura dell’ateneo, "ma hanno garantito delle ottime performance a livello di carriere degli studenti. Avere l’opportunità di accedere ad ulteriori appelli rispetto quelli ‘canonici’ per i ragazzi è davvero qualcosa di estremamente funzionale".

Ovviamente, per sopperire alla necessità di indire un numero maggiore di sessioni d’esame occorre "una task force di docenti. Cioè i professori titolari di una determinata materia, saranno affiancati da altri docenti di materie affini per permettere di far sostenere a tutti gli studenti le prove d’esame". Tornando agli appuntamenti in presenza, particolare attenzione sarà riservata alle matricole e agli iscritti al secondo anno di Medicina. L’ipotesi che circola potrebbe coinvolgere anche gli studenti di Biotecnologie. Tornando alla decisione di tenere chiuse le porte dell’ateneo, Zauli si sofferma su altri due dettagli non irrilevanti.

"Le vaccinazioni come abbiamo visto stanno procedendo a rilento – osserva – e l’età media dei professori in linea di massima è alta. Non mi sento pertanto di mettere a rischio la loro salute, prendendo una decisione irresponsabile". Oltre a questo va detto che "l’ateneo spende centinaia di migliaia di euro per sanificare gli ambienti. Anche perché abbiamo deciso di ripristinare, anche sulla base delle sollecitazioni che ci sono pervenute dalle associazioni studentesche, gli spazi studio per i ragazzi. Dal Mammut, passando per Economia finendo col Polo Scientifico".