Unione aziende, è mancato il confronto

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Claudia

Canella *

Da tempo sosteniamo l’ipotesi dell’unificazione tra le aziende sanitarie, ma il processo sembra fermo alla linea teorica. Sul piano pratico, infatti, dobbiamo registrare che di questa fusione si parla dal 2006, si è tentato di effettuare alcune unificazioni di servizi, ma in termini di funzionalità ancora non è stato realizzato quello che ci si aspettava. Questo perché si è fatta più un’unificazione di servizi ‘sulla carta’ che non un’operazione di verifica dei processi e di snellimento delle procedure. È evidente che avere come riferimento due direzioni generali è diverso che averne una sola con cui rapportarsi, e questo può accentuare le difficoltà. Altro aspetto a nostro avviso carente è quello del confronto. Lo abbiamo rilevato fortemente a livello regionale: si era infatti chiesto di fermare la delibera perché non ci è stato mai spiegato fino in fondo il modello da attuare e in che cosa consistesse, soprattutto dal punto di vista dei vantaggi per i cittadini, che lamentano lentezza nelle procedure e difficoltà nel fissare visite e prestazioni specialistiche. Col risultato di avere cittadini che spesso si rivolgono al privato perché non sanno come districarsi. L’unificazione deve avere come base sostanziale quella di una migliore sanità per il territorio. Tanto più quando si parla di territorialità e Pnrr, che investe molto di più sulla sanità territoriale che su quella ospedaliera. A noi piacerebbe poter spiegare ai nostri iscritti

come sarà il modello di domani e come questo proggetto cambierà il servizio. Ma non ci è consentito. La discussione in Ctss è stata scarsa e i sindaci sono attenti a difendere il proprio territorio. Ci aspettiamo una risposta corale, che non abbiamo ancora avuto.

* Responsabile Dipartimento politiche sociali della Cisl