"Unione tra Ausl e Cona nel 2023 Martedì primo vertice tra esperti"

La direttrice generale Calamai, commissaria straordinaria dell’azienda ospedaliero universitaria, ospite dei cardiologi

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"Il nostro obiettivo è realizzare l’unione tra le due aziende nel 2023". Monica Calamai, direttrice generale Ausl e commissaria straordinaria dell’Azienda ospedaliero universitaria, ospite, ieri in sala Estense, del congresso regionale Anmco-Sic (Associazione nazionale cardiologi ospedalieri) chiarisce modalità e tempistiche dell’operazione.

A che punto siamo e come procederà l’unione Ausl-Cona?

"Premesso che già nel 2015 era stata definita una visione strategica dell’integrazione e che, due anni fa, la Regione ha dato un mandato forte, le due aziende provinciali nel corso del secondo semestre 2020 e del 2021 hanno predisposto un progetto di unificazione condiviso nell’ambito della Conferenza socio sanitaria territoriale. Nel 2022 è stato infine redatto il progetto di fattibilità dell’Azienda sanitaria universitaria della provincia di Ferrara".

Cosa prevede, nello specifico, il progetto di fattibilità?

"Prevede che il percorso di unificazione si sviluppi attraverso tavoli di lavoro su specifiche aree tematiche che potranno essere articolate in sottosettori in relazione alla complessità".

Quando partiranno i lavori?

"L’avvio prevede in prima battuta un incontroevento formativo di due giornate, il 27 e 28 settembre, in cui un panel di esperti (professionisti di entrambe le Aziende, dell’Università, medici e pediatri di famiglia) si confronteranno sulle diverse tematiche in modalità strutturata con l’ausilio di facilitatori e metodologi anche esterni".

La recente nomina regionale del direttore generale dell’Ausl a Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera è un ulteriore passo avanti...

"Certo, perché garantisce una regia unica, nell’ottica del potenziamento della rete degli ospedali e della semplificazione dei percorsi che vedono il passaggio da ospedale a territorio. Dovremo sempre più perseguire l’integrazione, anche alla luce di quanto previsto dal decreto ministeriale 772022".

Cosa non potrà mancare nel progetto di unificazione?

"In un’ottica di valorizzazione della sanità ferrarese, all’interno di un progetto sanitario di rilancio, non possono mancare: l’innovazione e quindi la presenza di un adeguato parco tecnologico; la ricerca, che è elemento essenziale per dare visione e progresso alla sanità; l’individuazione di aree specifiche da rinforzare o strutturare; l’investimento sui professionisti".

Nella logica dell’unificazione, quali sono le prospettive per la crescita della rete cardiologica della nostra provincia?

"La provincia di Ferrara ha una storia di forte attenzione alla salute cardiologica della popolazione, con reparti di eccellenza. L’offerta cardiologica per i ferraresi deve sempre più configurarsi come un percorso unico sul territorio: un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale e sociale, che mette a disposizione i servizi di prevenzione, diagnosi e cura, gli ambulatori che saranno sempre più collocati presso le Case della Comunità, la telecardiologia e la gestione dell’acuzie all’ospedale di Cona in rete con Cento e Delta".

Ferrara è all’avanguardia nella telemedicina e le prime esperienze sono state effettuate sulla cardiologia...

"Esatto. In prospettiva il primo progetto nell’ambito della telemedicina che andrà a regime sarà il telemonitoraggio a distanza di 40 pazienti residenti nelle aree interne. La telemedicina va di pari passo con lo sviluppo della medicina territoriale con l’attivazione di tre nuove case di comunità, un Ospedale di Comunità, un Hospice, tre Centrali operative territoriali e 140 infermieri di famiglia in sette sedi".

re. fe.