Usi e costumi di Lucrezia Borgia Digitalizzate 280 delle sue lettere "Sono un patrimonio da valorizzare"

Il progetto per la messa in sicurezza e maggiore diffusione del carteggio della nobildonna ferrarese. Molte le missive al marito Alfonso I d’Este, anche di gestione politica. Il lavoro realizzato da Haltadefinizione.

Usi e costumi di Lucrezia Borgia  Digitalizzate 280 delle sue lettere  "Sono un patrimonio da valorizzare"

Usi e costumi di Lucrezia Borgia Digitalizzate 280 delle sue lettere "Sono un patrimonio da valorizzare"

di Cristina

Rufini

Un inventario di gioielli e di altri oggetti, vergato in una lettera che Lucrezia Borgia invia ad Alfonso I d’Este – suo terzo marito dal 1501 – l’8 ottobre del 1510. É una delle 280 missive della nobildonna, tra le più note del Rinascimento italiano, che sono state oggetto in questi giorni di un processo di digitalizzazione in altissima definizione. Lettere che la seconda moglie di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara dal 1505, scrisse tra il 1502 e il 1519, anno della sua morte. In quegli scritti, dove la Borgia si firma "Lucretia Estense de Borgia" o "La duchessa di Ferrara" – considerando che proprio a lei il marito, quando si assentava, lasciava le sorti del ducato – sono raccontate molte delle vicende ferraresi di quel periodo. Si tratta di un carteggio che gli esperti ritengono essere di grande importanza per conoscere e approfondire la quotidianità della nobildonna, figlia illegittima di papa Alessandro VI e passata alla storia anche per le sue rinomate doti amatorie, nonché per i matrimoni sfortunati, considerando che per due volte è rimasta vedova.

Poco più di un mese dopo il clamore della lettera autografa che il marito aveva scritto a Ludovico Ariosto, rubata dall’archivio di Stato di Massa Carrara negli anni Settanta e recuperata di recente, si torna a parlare dei duchi d’Este e del patrimonio di carte che hanno lasciato in eredità, oggi conservate nell’Archivio di Stato di Modena, ma fondamentali per ricostruire un importante pezzo di storia della città estense. Proprio grazie a queste lettere, messe al sicuro con la recente digitalizzazione – che certo non ha il fascino della carta ’autentica’, ma il pregio di non subire lo scorrere del tempo – è stato possibile ricostruire dettagli anche sulle questioni politiche che il ducato D’Este stava affrontando all’inizio del Cinquecento, ma anche scoprire i tanti volti di Lucrezia Borgia.

Il progetto. Il riordino, la messa in sicurezza e la digitalizzazione sono stati ideati proprio per promuovere la conoscenza e la valorizzazione di questo importante patrimonio storico. La tecnica utilizzata parte dall’illuminazione di un oggetto, dalla direzione opposta rispetto al punto di osservazione. In questo modo, se l’oggetto presenta delle trasparenze, la luce viene trasmessa attraverso l’oggetto solo nelle aree più sottili. Questa tipologia di ripresa evidenzia dettagli altrimenti non visibili o difficili da individuare, come le filigrane, e si rivela particolarmente adatta per lo studio e la conservazione di documenti storici, libri antichi, fotografie e materiali fragili. L’acquisizione digitale ha permesso di avere una panoramica completa e dettagliatissima dello stato conservativo, fissando un punto di riferimento per il futuro. La campagna ha interessato anche 16 registri del guardaroba, delle gioie, dei beni, delle rendite e delle spese di Lucrezia, per una consistenza di circa 3.158 scansioni. Le riproduzioni digitali dei documenti corredate da un esaustivo apparato informativo, sono adesso liberamente consultabili su Lodovico Media Library (https:lodovico.medialibrary.it), la biblioteca digitale sviluppata dal Centro Interdipartimentale di ricerca sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia (DHMoRe). La digitalizzazione è stata realizzata da Haltadefinizione, tech company della casa editrice Franco Cosimo Panini, specializzata nella digitalizzazione di dipinti, documenti e manoscritti antichi, è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione di Modena e all’Art Bonus. "Questa iniziativa – ha dichiarato di recente Lorenza Iannacci, direttrice dell’Archivio di Stato di Modena – rappresenta il coronamento del ciclo di eventi e manifestazioni dall’alto profilo culturale avviati nel 2019 per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte della duchessa. Un’occasione per raccontare la versa storia di questo notissimo personaggio femminile".