Ustioni al volto, operaio risarcito ma il processo non si ferma

Ieri si è svolta l’udienza per il grave infortunio sul lavoro alla Versalis, il 24 luglio del 2017

Poco meno di cinque anni dopo quel tremendo infortunio che gli causò conseguenze molto gravi, Emanuele Minuzzo, operaio veneziano all’epoca dipendente della Rivetti Elettroimpianti, ha trovato l’accordo con l’azienda sul risarcimento del danno e quindi si è tirato fuori dal processo in corso al Tribunale di Ferrara per lesioni aggravate nei confronti dei quattro imputati: Teodorico D’Agostino (project manager e delegato alla sicurezza di Saipem spa, società che aveva ricevuto da Versalis la commissione di un appalto per la costruzione di un impianto), Luigi Broggi (progettista di Saipem Spa), Francesco Giuseppe Rivetti (datore di lavoro di Minuzzo per conto della Rivetti Elettroimpianti, azienda che ha ricevuto da Saipem la commissione del montaggio e degli allacciamenti dei quadri elettrici) e Gabriele Salici (capo cantiere per conto della Rivetti). Non c’è più la parte civile ma il procedimento penale, trattandosi di infortunio sul lavoro, va avanti. L’accusa, a vario titolo, è di lesioni colpose in relazione a presunte violazioni del testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Quel 24 luglio del 2017 Minuzzo stava eseguendo la ‘battitura’ dei cavi (operazione finalizzata alla messa in servizio dell’impianto) in una cabina dello stabilimento Versalis. L’appalto per il lavoro in questione era stato commissionato dalla Saipem alla società per cui lavorava l’operaio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, una volta aperto il vano dei cavi il 58enne ha incontrato difficoltà a causa della presenza di troppi componenti in uno spazio eccessivamente piccolo. Nello svolgere l’operazione, il lavoratore è rimasto folgorato. La fiammata sprigionata dal corto circuito gli ha provocato gravissime ustioni al volto, al torace e agli arti superiori: queste le contestazioni formulate dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino.