Vaccini falsi a Ferrara: tornano in libertà le due dottoresse

Su disposizione del gip Chiara Compagno e la collega Marcella Gennari non sono più ai domiciliari Entrambe erano state arrestate dalla Finanza il 12 marzo scorso con le accuse di truffa e corruzione

hiara Compagno e la collega Marcella Gennari non sono più ristrette nelle proprie case

hiara Compagno e la collega Marcella Gennari non sono più ristrette nelle proprie case

Ferrara, 27 luglio 2022 - Dopo quasi quattro mesi di arresti domiciliari le due dottoresse accusate di avere inoculato false vaccinazioni antiCovid a centinaia di pazienti sono tornate in libertà. Chiara Compagno e la collega Marcella Gennari, quest’ultima insieme alla figlia Francesca Ferretti, su disposizione del giudice per le indagini preliminari e con il parere favorevole del pm Ciro Alberto Savino, non sono più ristrette nelle proprie abitazioni. Lo erano dal 12 marzo scorso quando, nell’ambito dell’inchiesta Red Pass , furono arrestate dai militari della Guardia di finanza , con accuse pesantissime ipotizzate dalla procura: dalla falsità ideologica alla corruzione, dal peculato alla truffa ai danni dello Stato.

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In sostanza – secondo il castello accusatorio del pm Savino che coordina le indagini delle fiamme gialle – alla maggior parte o comunque a una buona parte dei loro pazienti, Compagno e Gennari invece di somministrare il siero per contrastare il Sars-Cov2, iniettavano soluzione fisiologica, oppure il niente. Certificando però l’avvenuta vaccinazione e quindi la possibilità di ottenere il green pass, che all’epoca dei fatti era necessario per spostarsi e lavorare. Una truffa in sostanza, per la quale Gennari si faceva regolarmente pagare da 25 a 50 euro a somministrazione, come è immortalato anche in alcuni video registrati dalle telecamere nascoste installate dai finanzieri nel corso delle indagini. Solo in un caso, almeno da quanto emerso fino a oggi, la Compagno avrebbe ricevuto soldi in cambio della vaccinazione fantasma.

Entrambe nel corso di questi lunghi mesi sono state ascoltate più volte dal pm Savino, assistite dai rispettivi legali: gli avvocati Lorenzo Valgimigli e Carlo Bergamasco per la Compagno e Carlo Canal per Gennari e figlia. Entrambe, con qualche distinguo, ovviamente, hanno sostanzialmente dichiarato di essere "finite in un vortice da cui non erano state in grado di uscire". Forse anche per convinzione che il vaccino non fosse la soluzione più idonea. Anche questo sarebbe emerso durante gli interrogatori come ’spinta’ a non vaccinare. Sostanzialmente hanno ammesso che dentro quelle siringhe, spesso, non scorreva il siero antiCovid, ma innocua soluzione salina. Insieme a loro sono finiti nell’inchiesta, con altre responsabilità centinaia di pazienti (alcuni prima della scoperta dell’inganno, avevano scelto di diventare pazienti di Compagno e Gennari proprio perché si era sparsa la voce che non inoculavano il siero) che ora saranno chiamati a rispondere del proprio comportamento. Accanto a questo filone l’inchiesta sui presunti falsi tamponi positivi o negativi, eseguiti in due farmacie della città.