"Vaccino, ci siamo. Ma nessuno lavora gratis"

Casaroli (Finmmg) sulla possibilità di coinvolgere i medici di base nella campagna. "L’influenza stagionale frena. Merito delle mascherine"

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di Stefano Lolli

"Da marzo non abbiamo più una vita privata". Claudio Casaroli (nella foto assieme al direttore generale dell’Ausl Monica Calamai), segretario provinciale della Finmmg, sintetizza così il cambiamento radicale del ruolo dei medici di base.

L’emergenza Covid ha stravolto la gestione delle attività di ambulatorio.

"Continuiamo a fare le visite, ora però su appuntamento e con una sorta di ’triage’ a ogni accesso. Poi non ci sono più orari, in considerazione della necessità di seguire, anche a distanza e in raccordo con le Usca, i nostri pazienti che sono positivi a domicilio".

Sempre in trincea, dunque.

"E’ così di fatto da marzo. Ma da Natale la situazione sembra essere addirittura peggiorata, il momento ora è molto difficile".

Intanto si avvicina la campagna di vaccinazione Covid anche per la popolazione. Che ruolo avranno i medici di medicina generale?

"Io credo che sarà imprescindibile, per gestire la massa dei cittadini. In questa prima fase, relativa agli operatori sanitari e alle Cra, l’Azienda Usl ha ritenuto di non coinvolgerci, ora però se si vuole raggiungere capillarmente tutti i potenziali vaccinandi, a iniziare dagli ultraottantenni, credo che non si potrà prescindere da chi ha la conoscenza dei propri pazienti, e gode della loro fiducia".

Un po’ come avviene, da sempre, per la vaccinazione anti influenzale.

"Esattamente. E l’alta percentuale raggiunta quest’anno, che vede Ferrara con il 75% in cima all’ideale classifica regionale, è merito anche della nostra rete".

Ma par di capire che nella vaccinazione contro il Covid l’apporto della vostra categoria non sarà gratuito. Così come avviene per l’anti influenzale, per la quale il medico percepisce un rimborso di 7 euro a somministrazione.

"Non ne faremo una questione di soldi. Ma nessuno lavora gratis. Sulle Cra c’è stato ad esempio un accordo a Reggio Emilia, per quanto riguarda la campagna di massa ritengo che occorrerà un accordo quadro a livello regionale. Non credo che ci si metterà a mercanteggiare con le singole aziende territoriali. Nei giorni scorsi comunque abbiamo incontrato la Calamai proprio per aprire il ragionamento".

Da vaccinatori potenziali a vaccinati. Inizialmente sembrava che proprio la categoria dei medici di base fosse la più tiepida nei confronti del siero Pfizer.

"Inizialmente, ha detto bene. Siamo stati arruolati più tardi, ma le adesioni sono state tantissime. Io stesso l’ho fatta pochi giorni fa".

Nessun no-vax dunque nelle vostre fila?

"Sono venticinque anni che facciamo campagne vaccinali con risultati eccellenti. Non mi risultano perciò casi. O se ci sono, sono pochissimi".

Un dato positivo, in questo caos, è che almeno l’influenza stagionale non ha fatto, per il momento, registrare grandi picchi.

"Vero. Ma tra mascherine, distanziamento e appunto l’incremento della vaccinazione, quest’anno c’è una doppia se non tripla barriera".