"Vaccino, errore al richiamo AstraZeneca al posto di Moderna"

Il racconto di una sessantatreenne ferrarese che, nei giorni scorsi, è stata vittima di uno sbaglio alla Fiera "Ora temo per la mia salute: ho delle patologie e il mix di sieri è dannoso. Neanche una lettera dall’Usl"

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di Federico Di Bisceglie

Una dose di paura. E’ il primo giugno scorso quando, all’hub vaccinale della Fiera, si presenta una paziente del ’57 per farsi somministrare la prima iniezione. Moderna. Tutto bene fino al secondo appuntamento con la puntura che, teoricamente, avrebbe dovuto essere dello stesso tipo. "Anzi, io ero convinta che fosse sempre un vaccino Moderna", racconta la paziente ferrarese che preferisce rimanere anonima. L’appuntamento è fissato per il sei luglio scorso. Alla paziente viene inoculato il vaccino. Passano pochi giorni e, il telefono della signora, squilla. "Mi ha contattato l’azienda Usl il 14 luglio scorso – racconta la paziente – per dirmi che si erano sbagliati a farmi il vaccino e che, al posto di Moderna, mi avevano inoculato il siero di AstraZeneca". A quel punto, il panico. "Senza il mio consenso mi hanno inoculato un vaccino che, autonomamente, non avrei mai fatto – dice la sessantatreenne – . E’ uno sbaglio di una gravità inaudita. Temo moltissimo per la mia salute, sebbene il mio medico mi abbia detto di stare tranquilla". La cosa però che infastidisce maggiormente la paziente, tuttavia, "è il fatto che l’azienda Usl si è limitata solamente a farmi una telefonata. Non un documento scritto, non una mail, una lettera. Nulla: si sono limitati a dirmi che hanno fatto, su di me e senza che io lo sapessi, un miscuglio di due dosi di vaccini diversi". "Spero che questo vaccino non abbia conseguenze gravi sulla mia salute – prosegue – ma spero che non ce l’abbia sulla salute di nessuno". Tanto più che, rincara, "non si può sapere su quante persone sia stato commesso questo errore. Non riesco ancora a spiegarmi come questo sia potuto succedere in una struttura della sanità ferrarese". C’è un altro aspetto della vicenda che la signora ferrarese tiene a sottolineare.

"Nonostante telefonicamente non avessi dato il mio consenso alla modifica del certificato vaccinale – racconta – mi è arrivata la comunicazione di avvenuta modifica del certificato, nel quale è stato inserito che il giorno sei luglio mi è stato somministrato il vaccino AstraZeneca anziché Moderna, senza nessuna comunicazione scritta in merito: non è questo il modo di procedere". "Mi sono sottoposta al ciclo vaccinale per senso civico – chiude la signora – proprio perché ritengo che l’unica via d’uscita dall’inferno dell’emergenza pandemica sia quella di vaccinarsi. Tuttavia sono consapevole che si tratti ancora di un siero sperimentale, motivo per cui non mi sarei mai fatta inoculare consapevolmente AstraZeneca. Ho qualche piccola patologia e assumo farmaci: in questo momento sto temendo davvero per la mia salute, mentre dovrei provare la sensazione esattamente contraria".