Vaccino per gli over 80, già pronto il piano

Ieri i dettagli in Conferenza sociosanitaria. Intanto dopo quasi 11mila somministrazioni si contano 30 reazioni: "Effetti molto lievi"

Vaccino (immagine di repertorio)

Vaccino (immagine di repertorio)

Ferrara, 22 gennaio 2021 - Arrossamento, stanchezza, qualche linea di febbre: sono le reazioni al vaccino anti Covid, manifestate in 30 dei 10.837 ferraresi che, a mercoledì sera, si erano sottoposti alla somministrazione. Effetti collaterali "del tutto analoghi a quelli, analogamente rari e lievi – spiega la direttrice generale dell’Azienda Usl Monica Calamai – che si manifestano nella campagna anti influenzale". Perciò, guardando al piano vaccini – tema cardine della riunione di ieri della Conferenza sociosanitaria –, il problema principale "è che i vaccini arrivino", ha aggiunta la Calamai, nella misura necessaria a far scattare il piano per la popolazione.

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L’impostazione di fondo è già pronta (e gli allestimenti delle location partiranno dal 7 febbraio): in città, alla Fiera, saranno predisposte 16 postazioni, per una capacità di 1600 vaccinazioni al giorno. Poi 300 al Sant’Anna, 500 alla palestra di Codigoro, 400 al palazzetto di Argenta (preferito all’ospedale), 600 alla Pandurera di Cento e 200 alla Casa della Salute di Bondeno. Fanno, così, 3600 al giorno. E non saranno le sole, perché si pensa anche a un ‘tir’ attrezzato per Copparo (dove però il sindaco di Terre del Reno Andrea Zamboni ha proposto la riapertura di un ambulatorio) e, in caso di necessità specifiche, a team mobili come per le Cra. Dove ad oggi sono stati vaccinati 2858 fra anziani e operatori. Al proposito, un’affermazione della Calamai fa riflettere: "In alcune strutture protette c’è una percentuale alta di operatori che non si sono voluti vaccinare". Com’è noto, non si tratta di un obbligo (e c’è tempo per rimediare, nelle prossime fasi), ma vista la fragilità del sistema anziani è un aspetto da considerare. Intanto proseguono le vaccinazioni tra gli anziani, e i richiami (tutti garantiti), mentre restano sospese le prenotazioni della prima dose.

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Tornando alla ’fase 2’, che interesserà 32mila ultraottantenni, l’obiettivo è di completare la somministrazione della prima dose in 15 giorni (media 2400 vaccinazioni al giorno), con l’impegno di garantire la massima efficienza della prenotazione diretta, abbinata "alla chiamata attiva da parte dell’azienda e di altri soggetti che possono collaborare", dice la direttrice dell’Ausl. Saranno interessati gli ospedali di comunità, le lungodegenze, le unità oiperative di geriatria e i servizi di assistenza domiciliare. Tempi serrati anche per quella successiva, che interesserà 120mila persone dai 60 ai 70 anni e i lavoratori considerati a rischio (tra questi, forze dell’ordine e insegnanti): prenotazioni nei Cup, nelle farmacie e attraverso il call center oltre che online. "Più rapidamente vaccineremo – spiega la Calamai –, prima e meglio eviteremo anche che circolino le mutazioni del virus, che sono reali". Per quanto riguarda la campagna in corso tra gli operatori sanitari, un dato rilevante è fornito da Paola Bardasi, commissario dell’Azienda Ospedaliera: all’ospedale di Cona si sono vaccinati "il 90% dei medici, il che considerando le assenze per malattia e le gravidanze significa in pratica la totalità, il 76% delle professioni sanitarie e il 72% dei laboratoristi". Per la platea dell’Azienda Usl, la media attualmente è del 64%".

Il presupposto è che la fornitura dei vaccini permetta di tenere il passo; non solo grazie alla ripresa a pieno regime – e addirittura al potenziamento – degli invii del siero Pfizer, ma anche dell’arrivo, oltre a quello di Moderna, dei flaconi di Astra-Zenica che, a detta del MInistero della Sanità, dovrebbero essere disponibili nel giro di un mese o poco più. Ma il vaccino, ha detto in chiusura di Conferenza sociosanitaria il segretario della Cgil Cristiano Zagatti, "non è l’unico strumento contro il Covid. Esiste anche la prevenzione, che andrebbe rafforzata in tutti i Comuni – il richiamo urbi et orbi ai sindaci collegati –, se è vero che Ferrara è al primo posto in regione per incidenza percentuale dei positivi sui tamponi effettuati".