LAURA GUERRA
Cronaca

"Varenne, i trent’anni del mito"

Il cavallo più celebre nel mondo, proveniente da Zenzalino, ora vive nell’allevamento di Eboli. "E trotta ancora"

Nell’allevamento di Dario De Angelis, Varenne è seguito costantemente

Nell’allevamento di Dario De Angelis, Varenne è seguito costantemente

Ieri ha compiuto 30 anni Varenne, il più grande trottatore di tutti i tempi, che nato a Zenzalino di Copparo, è diventato una leggenda mondiale, il cavallo del popolo che ancora oggi richiama tantissimi, dagli appassionati agli esperti. Stare al suo cospetto emoziona, con passo poderoso ma elegante che racconta ancora storie di gloria e di trionfi e che il tempo non ha cambiato. È all’allevamento LJ ad Eboli, che vive ora il “Capitano”, arrivato solo un mese fa. Trasferito dal suo storico proprietario Enzo Giordano, scomparso pochi giorni dopo averlo affidato a mani fidate. E proprio per questo, il suo compleanno stavolta è stato intimo.

"La loro è un’incredibile storia di un legame nato nel 1998 – ci dice Dario De Angelis tra un caffè e l’emozione di avere occhi negli occhi con Varenne – Enzo aveva deciso di ritirarlo anche come stallone e portarlo qui per goderselo un po’, vicino a casa, pensando a noi come luogo più adeguato e con una lunga storia alle spalle. Non smetterò mai di ringraziarlo per questo onore e questo orgoglio che mi ha dato. Ora è qui in 50 ettari, con puledri, fattrici dalle quali si fa notare, altri cavalli con cui interagisce e Balzac, un castrone che ha scelto come amico. Varenne è un cavallo che ha fatto la storia, un’icona ed è amatissimo. Quando si è saputo che si trasferiva qui, in una sola settimana abbiamo ricevuto ben 2500 richieste per venire a vederlo. Abbiamo deciso di contingentare ma anche di creare un open day mensile per le visite, iniziando attorno a metà estate".

E ricorda Giordano. "Si dice che Enzo abbia avuto fortuna con Varenne, ma io dico invece che lui era un grande appassionato di cavalli, li studiava e che, pagato 150 milioni, aveva avuto una intuizione che si è poi rivelata giusta – prosegue –. Varenne vinceva ovunque, in tutti i tipi di gara, con la stessa naturalezza e la sua grandezza è stata questa. A Enzo sono arrivate offerte per acquistare Varenne, ma lui non ha mai accettato di venderlo perché voleva che Varenne fosse italiano. Questo è stato bellissimo. Poteva avere un enorme guadagno e non poteva immaginare che il cavallo sarebbe stato così longevo. Enzo era una persona semplice e umile. Aveva conosciuto mio nonno e poi me ed era nata un’empatia tra noi e poi amicizia. Talmente tanta che ha scelto me per tenere il suo cavallo. Provvedo a tutto io, gratuitamente, per ringraziarlo di avermi scelto".

E ora è ancora bellissimo vederlo trottare. "Anche se è ancora impressionante, Enzo aveva deciso che era arrivato il momento di far godere la pensione anche a Varenne, un cavallo di 30 anni ancora vigoroso che fa capire quanto i suoi geni siano incredibili – dice De Angelis –. Qui ha grandi spazi che lo fanno sentire libero e che sono importanti per la muscolatura, godendo di fieno ed erba medica che produciamo direttamente noi".

Varenne, mito intramontabile. "E’ un cavallo che è umano, con uno sguardo impressionante – aggiunge – è uno sportivo, il Maradona dell’ippica. Anzi, più di Maradona…sta in un campionato superiore. Ai ferraresi dico di venire a trovare Varenne". Trent’anni da campione, da mito, da simbolo eterno di un’Italia che non dimentica.

Laura Guerra