MARIO BOVENZI
Cronaca

Ferrara come Venezia, vernice anti graffitari sui monumenti

La sperimentazione di una ditta di Mestre sulla statua dell’Ariosto. “Con questo velo basta un po’ d’acqua per cancellare le scritte”. A giorni la pellicola sarà stesa anche nella galleria Matteotti, nella città lagunare è stata utilizzata sul ponte di Calatrava

Il sopralluogo dei tecnici alla statua dell’Ariosto dopo il trattamento

Il sopralluogo dei tecnici alla statua dell’Ariosto dopo il trattamento

Ferrara, 3 settembre 2024 – È stata usata per il ponte di Calatrava a Venezia, uno dei monumenti da sempre ’nel cuore’ dei vandali. Ultima frontiera delle nanotecnologie, non è altro che una patina trasparente.

A prova di graffitari e imbrattatori seriali. Basta una spugna con un po’ d’acqua calda, ma anche fredda può andare bene. E i ’frutti’ di chi per noia si aggira per la città con bomboletta spray e pennarellone in tasca spariscono.

La stessa impresa che si è messa all’opera nella città lagunare, la Venitech srl di Mestre, è sbarcata a Ferrara dove ha messo una seconda pelle alla statua dell’Ariosto, che svetta bianca nella piazza dove si corre il palio.

Monumento anche questo molto gettonato dagli emuli di writer di ben altra fama. Sembra l’uovo di Colombo, in realtà è il frutto di studi e alta tecnologia combinati per difendere muri, cartelli, palazzi.

Si tratta di speciali vernici incolore che riducono i costi di manutenzione, garantiscono una maggiore resistenza agli attacchi con le bombolette, rendono facile cancellare quelle macchie che fanno brutto il volto delle città.

Una seconda pelle sulla quale punta il Comune di Ferrara in una lotta senza quartiere ai graffitari.

“Noi ce la mettiamo tutta – dice Diego Contiero, a capo dell’unità operativa del Comune che si occupa di viabilità, segnaletica e decoro urbano –. Ma siamo davanti da anni ad un’esplosione sulla città in larga scala di questo fenomeno”.

Scarabocchi, sfregi ai monumenti, episodi di vandalismo. C’è di tutto. “I monumenti una lavagna da imbrattare, noi cancelliamo e loro tornano a scrivere”.

Come le parole tracciate dalla follia in questo caldo settembre. In via Dosso Dossi si legge ’La storia ci ha insegnato, fascisti sì... ma appesi”. Indaga la Digos.

Basta far scorrere gli occhi, fino ad arrivare alla voce ’costi’.

A tirare le somme è sempre Contiero, che fornisce una cifra. Solo la punta dell’iceberg di un vasto fenomeno. Ogni anno se ne vanno ottomila euro per pulire i cartelli stradali – l’amaro conto che finisce per gravare sulle tasche del Comune e alla fine sui cittadini –. Non è poco. Per i dissuasori della sosta, che sono in ghisa, ci vogliono almeno due persone, per ore. Togliere lo scotch è un’impresa, serve parecchio olio di gomito per eliminare le etichette che alcuni locali danno ai ragazzi quando entrano. Escono e trovano divertente attaccarle da qualche parte. Loro scrostano, i vandali tornano a imbrattare in quella che sembra una eterna corsa tra guardie e ladri.

Il Comune ha deciso così di alzare il tiro, di mettere monumenti ma anche panchine e cestini sotto quella pellicola trasparente. Che non salva solo dai teppisti.

Il ’velo’ garantisce un’ottima resistenza alle temperature elevate, agli agenti atmosferici e chimici, alle piogge acide e all’urina dei cani. E visto che la nuova tecnica pare stia funzionando, è in programma un passo avanti.

La ’pellicola’ tra qualche giorno verrà ’stesa’ nella galleria Matteotti, con le sue superfici bianche sempre più spesso chiazzate di nero.

“Dobbiamo verificare se funziona”, annuncia Contiero. Partiranno con una fetta della galleria per vedere se diventerà lavabile. Una nuova pelle per quel ’corridoio’ del centro storico, un’arma in più per la task force del Comune che batte le strade della città con spatola e spugna. La pazienza ormai finita.