LAURA GUERRA
Cronaca

"Vi farò ridere, come una volta in osteria"

Stasera al Nuovo, Giuseppe Giacobazzi e Andrea Vasumi protagonisti di uno spettacolo che coinvolgerà direttamente gli spettatori

"Vi farò ridere, come una volta in osteria"
"Vi farò ridere, come una volta in osteria"

Stasera al Teatro Nuovo alle 21 torna Andrea Sasdelli, stavolta con ‘Osteria Giacobazzi’, insieme ad Andrea Vasumi.

Ormai a Ferrara è di casa?

"Sì, tra poco mi daranno le chiavi della città. Vedo che la gente si affeziona a ciò che faccio ed è positivo".

Cosa può raccontare di Osteria Giacobazzi?

"E’ uno spettacolo che ogni volta cambia, una sorta di varietà condotto da me e Andrea Vasumi portando gente sul palco che sarà seduta come in un’osteria di una volta, che purtroppo stanno scomparendo. Sul palco ci sarà da bere, da mangiare per essere conviviali e ospiti a sorpresa che fanno ciò che vogliono, tra musica, comicità, intrattenimento, racconti di vita vissuta. C’è tanta improvvisazione e non ho mai idea di cosa possa uscirne visto che non c’è un copione"

Come nasce l’amicizia tra lei a Vasumi?

"E’ un altro comico romagnolo. Ci siamo conosciuti col Costipanzo, tanti anni fa poi ci siamo ritrovati a Zelig ed è una frequentazione positiva. La matrice d’ignoranza è la medesima e ciò che ci unisce è questa tipicità del romagnolo verace. Lui è anche abituato a condurre il suo Cialtronight che già dal nome è una garanzia".

Cosa ne pensa del politically correct che sta iniziando a far discutere?

"Se c’è una cosa che mi sta sulle scatole è questa. Può andare bene, ma fino a un certo punto, in televisione, dove tu entri nelle case senza chiedere permesso ed è possibile, ad esempio, che un bambino possa sentire cose sgradevoli. Ma quando il pubblico viene in teatro, consapevole di vedere una valanga di ‘stupidi’ come noi, il politically correct non ha senso di esistere. E’ una scelta consapevole, sapendo qual è lo stile e il modo fare intrattenimento. Non mi sono mai autocensurato. Non ce la farei. Dovrei snaturare quello che è il mio essere e non è possibile perché voglio sentirmi libero almeno nel posto dove io sono il padrone di casa. Ora ci sono tante paranoie e stiamo cadendo sul ridicolo come cambiare i dialoghi delle favole di Disney. Ste cose mi fan venire la gastrite".

E che effetto le fa il pubblico che da anni risponde coi sold out?

"Una soddisfazione grandissima ogni volta si apre il sipario. Ogni spettacolo è mettersi in gioco, raccontando sempre pezzi della mia vita".

Ha dunque un passato anche da oste?

"Si, l’ho fatto a 18 anni per negli anni ’80. Un periodo meraviglioso. C’era un altro modo di comunicare e socializzare che ora forse non esiste più, abituati con lo smatphone. C’era la convivialità di trovarsi in osteria e raccontare baggianate a profusione fino a notte, c’era quello che faceva ridere. Un clima che ora, per noi anziani, sa di nostalgia feroce ed è dolce ricordarlo".