FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Via Favero, il verdetto del tribunale. Stop ai lavori nell’area verde: "Riconosciuta servitù ai residenti"

Accolto il ricorso degli abitanti, l’assessore Savini: "Ora faremo valere il diritto di riappropriarsi dello spazio"

Accolto il ricorso degli abitanti, l’assessore Savini: "Ora faremo valere il diritto di riappropriarsi dello spazio"

Accolto il ricorso degli abitanti, l’assessore Savini: "Ora faremo valere il diritto di riappropriarsi dello spazio"

Non è la fine, ma senz’altro una svolta importante. Il tribunale ha disposto il blocco immediato dei lavori edilizi in corso nell’area di via Favero-via Serao, a seguito del riconoscimento dell’esistenza di una servitù di passaggio gravante sul terreno oggetto dell’intervento. Il giudice ha accolto il ricorso presentato da una residente, ritenendo sussistente il diritto di servitù a favore di alcune abitazioni del quartiere, e ha ordinato alla società La Nuova Residenza di interrompere ogni attività edilizia sull’area. Insomma, per i residenti del quartiere – che a più riprese si sono spesi nel tentativo di salvaguardare l’area verde evitando i lavori edilizi – è comunque una vittoria.

Politicamente, a occuparsi della questione fin dalle origini è stata l’attuale assessore agli Affari Legali, Francesca Savini. "L’amministrazione – così Savini – prende atto con favore dell’esito del procedimento che segna un risultato importante del lavoro intrapreso negli ultimi anni tra Comune e residenti interessati. La sentenza ha fatto chiarezza su un punto fondamentale: l’area è gravata da un diritto reale opponibile a chiunque, ed è destinata alla collettività. Ora intendiamo far valere con forza il diritto della città a riappropriarsi di uno spazio destinato a verde pubblico, come previsto sin dall’origine. Il Comune proseguirà nelle azioni necessarie per garantire la salvaguardia dell’area verde, nel rispetto dei diritti dei cittadini".

Giubilante anche il consigliere della civica Fabbri, Luca Caprini, che affiancò Savini nella battaglia a favore dei residenti. "La decisione del tribunale – scrive l’esponente della maggioranza – rappresenta il primo risultato tangibile dell’azione di tutela che, già nel precedente mandato, avevamo intrapreso come gruppo consiliare, con determinazione e coerenza. Sin dall’inizio abbiamo sostenuto che su quell’area dovesse essere rispettato un diritto chiaro: quello dei cittadini a un parco pubblico promesso e mai realizzato".

"In un contesto opaco e ricco di ambiguità, era doveroso fare luce su responsabilità, impegni mancati e vincoli disattesi attraverso la commissione consiliare – aggiunge –. Un organismo che ha svolto un’opera fondamentale per restituire trasparenza a un procedimento per tanto tempo rimosso dal dibattito pubblico. Coerentemente con questo impegno, anche durante la discussione delle osservazioni al nuovo Pug, ho espresso una posizione netta e motivata: non possiamo accettare che un’area destinata a verde pubblico venga trasformata in altro, a dispetto degli accordi e delle esigenze di vivibilità del quartiere".

La battaglia per via Favero continua. "Il tribunale ci ha detto che il diritto di servitù esiste perché l’area non è mai stata ceduta al Comune, come invece previsto – chiude la nota di Caprini – . È un messaggio chiaro: la cessione va pretesa. E io, nel mio ruolo istituzionale, oltre a mantenere i contatti con i cittadini e raccogliere le istanze che dovessero pervenire, mi adopererò affinché il Comune intraprenda ogni iniziativa utile per ottenere la restituzione dell’area".