’Viaggio intorno alla mia stanza’ Migliori in un film

Elisabetta Sgarbi nell’ultimo lavoro cinematografico svela la vita e la carriera del grande fotografo

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Elisabetta Sgarbi svela il grande Nino Migliori. Nel film la vita e la carriera del fotografo. "È la storia di un film mio e non mio. È un film su Nino Migliori che, sin da subito, sfugge di mano, e diventa un film di Nino Migliori" con queste parole Elisabetta Sgarbi descrive il suo ultimo lavoro cinematografico dal titolo ‘Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza’ dedicato al grande fotografo italiano. Nel film, che verrà proiettato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, dal 13 al 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica, nella sezione Freestyle (i dettagli della programmazione saranno definiti in questi giorni) il protagonista si mette a nudo raccontandosi per la prima volta nello spazio del suo atelier in via Elio Bernardi 6 a Bologna, sua città natale. Classe 1926, Nino (Antonio) Migliori è annoverabile tra i più autorevoli ricercatori nel campo della fotografia. Se diversi sono stati negli anni i filoni della sua indagine artistica, senza dubbio resta la sperimentazione la caratteristica principale di tutto il suo lavoro. Migliori, con infaticabile entusiasmo, ha esplorato in lungo e in largo il linguaggio della fotografia, indagando i materiali e la figura stessa del fotografo-autore, sempre seguendo tre punti di riferimento: Leonardo da Vinci, Marcel Duchamp e Lucrezio. In questo lavoro – con Gilda Mariani, già ‘musa’ di Elisabetta Sgarbi, e Marina Truant, direttrice della Fondazione Nino Migliori, e con le musiche originali di Mirco Mariani, polistrumentista e leader degli Extraliscio – la regista, che è anche produttrice, racconta Nino Migliori come uomo e come artista, attenta a cogliere tutte le sfumature di una vita straordinaria e appassionata, anche lasciandosi guidare dallo stesso protagonista, generoso autore di diversi scatti che compaiono nel film. La vita fotografica di Migliori è scandita in epoche che seguono l’evoluzione della sua ricerca. Partendo dal realismo degli anni ’40 e i ’50, passando per l’Informale, arrivando alle sperimentazioni più ardite, approfondisce il linguaggio visivo attraverso tecniche e tematiche sempre innovative.