CRISTINA RUFINI
Cronaca

Viaggio nella città delle scritte. Dai graffiti alle frasi minacciose

In via Dossi Dossi spunta una frase contro i fascisti già finita da giorni sul tavolo della Questura. Di fronte i bei disegni che abbracciano l’ingresso dell’ex scuola Ginevra Canonici. Parco Massari ricoperto.

Viaggio nella città delle scritte. Dai graffiti alle frasi minacciose

In via Dossi Dossi spunta una frase contro i fascisti già finita da giorni sul tavolo della Questura. Di fronte i bei disegni che abbracciano l’ingresso dell’ex scuola Ginevra Canonici. Parco Massari ricoperto.

di Cristina

Rufini

Alcuni ti fanno fermare, per ammirarli, come i disegni che abbracciano le mura dell’ex scuola elementare Ginevra Canonici in via Dosso Dossi. Per altri, purtroppo la maggior parte, chiamarla street art, scomodando così il più noto writer Banksy e colleghi è un’offesa a chi fa dell’arte di strada la propria forma di espressione più alta. In realtà la maggior parte di quelle che incontri facendo due passi in centro sono scritte vergate sui muri, a caso, l’una sopra l’altra che si intrecciano, di vari colori, che nella migliore delle ipotesi sono dichiarazioni di amore, o massime di vita. Pensieri, richieste. Nella peggiore insulti e offese a questa o quella parte politica o etnia, quando non sfociano nelle minacce. Una delle ultime, che risale a qualche mese fa, sembra in periodo elettorale, è scritta con vernice nera sul muro a mattoncini rossi che sta di fronte alle belle immagini disegnate su quella che oggi è una succursale dell’Ariosto: "La storia ci ha insegnato, fascisti sì...ma appesi". Frase che sembra essere già giunta all’attenzione della questura, considerando che in periodo elettorale anche i cittadini sono più ’sensibili’ e quindi notano di più. E quelle parole sono state individuate e segnalate. Tanto che in questo momento, così come altre indicazioni giunte alla polizia, fanno parte di un’indagine per cercare di risalire a chi quelle minacce, oseremmo definirle, l’ha vergate sul muro di un’importante scuola della città. Altra offesa "Sap infame", vergata su di un muro, sempre mattoncini rossi, in via Roversella. Un anno fa, invece, era comparsa la scritta ’ebreo’ con la freccia rivolta verso un negozio, all’angolo tra via Borgo di Sotto e via Saraceno. Era maggio del 2023.

La voglia di scrivere, disegnare e anche imbrattare i muri, dipingendoli o macchiandoli del proprio pensiero, sogno o rabbia che sia non risparmia nessuna città. Neanche Ferrara. Basta farsi un giro al Parco Massari, dove la parte più lontana dall’ingresso di Corso Ercole I d’Este è completamente ricoperta di disegni, scritte, numeri che si sovrappongono e si intrecciano, alcune anche in inglese. Poco più distante, in via Dosso Dossi, il muro dell’ex scuola elementare Ginevra Canonici, oggi succursale del liceo Ariosto, è abbracciato dai disegni di una riqualificazione lontana nel tempo, quasi dieci anni fa. Non tali, invece, le scritte vergate sui pannelli in ferro che chiudono gli archi di via Roversella. Disegni incomprensibili, offese e colori vergati a caso in tutta la piazzetta. Non da meno il muro giallo che parte da piazza Cacciaguida e passando sotto un piccolo arco ci conduce in alcuni condomini. Con scritte e numeri a caso che hanno l’unico obiettivo di rendere sgradevole quella fetta di città. Come altre che sono disseminate lungo le periferie. E che a volte costringono le amministrazioni competenti a intervenire, come accaduto due anni fa alla Provincia di Ferrara che ha dovuto spendere più di ventimila euro per togliere le frasi sgradevoli vergate sui muri del liceo Roiti e dell’Isit, solo per fare un esempio. Soldi pubblici impiegati per ripulire fette di città che qualcuno ha deciso di utilizzare come se fossero fogli del proprio diario personale. Non si tratta di esprimere concetti o forme d’arte. È solo voglia di sporcare la ’cosa pubblica’. Altra faccenda gli writer e la street art, le cui tracce in città però sono sinceramente poche, se togliamo la zona di via Dosso Dossi e le mura che guardano il parcheggio dei Diamanti.