Vigili diffamati sui social In tre finiscono nei guai

Promossa una causa civile per diffamazione con relativa richiesta dei danni . Tutto sarebbe nato da un equivoco durante un servizio in via Matteotti

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Sarà portata in sede civile, l’azione promossa dal Comune nei confronti di tre cittadini centesi che dovranno rispondere dell’accusa di diffamazione via social network nei confronti degli agenti della Polizia locale. Il caso risale al settembre 2017, quando i tre pubblicarono post su Facebook inerenti l’operato degli agenti della Polizia locale, con contenuti ritenuti pesanti e diffamatori. I post non erano passati inosservati, tanto da finire sotto la lente della Procura di Ferrara che ha citato in giudizio i tre autori.

Il tutto sarebbe sostanzialmente nato da un malinteso, con un mezzo della municipale che si era fermato dinanzi a un passo carrabile in via Matteotti: un vigile, nella circostanza era sceso per dare informazioni a un passante, mentre un altro si trovava al volante per spostare eventualmente l’auto dal passo. Una situazione che sarebbe stata male interpretata da parte delle tre persone e avrebbe dato il via a una serie di dichiarazioni poco consone su un gruppo Facebook nei confronti degli agenti. Nel procedimento, l’amministrazione comunale aveva deciso di costituirsi parte civile e affiancare la propria Polizia locale fino al processo per tutelarne l’onorabilità e difendere il loro operato da attacchi social. Il 18 gennaio scorso, come emerge dalla delibera pubblicata sull’Albo pretorio, l’avvocato Renzo Oppi aveva comunicato il deposito della sentenza del Tribunale di Ferrara, che ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti degli imputati per mancanza della necessaria condizione di procedibilità, "esprimendo altresì – si legge nel documento – il proprio parere di opportunità per l’Ente di agire abbandonando la sede penale, trasferendo l’azione in sede civile, al fine di ottenere il risarcimento del danno". L’amministrazione comunale ha deciso, dunque, di seguire il suggerimento fornito, confermando l’incarico all’avvocato Oppi per portare avanti la procedura con l’obiettivo, non solo di difendere l’operato della propria Polizia locale, ma anche per disincentivare altri avvenimenti analoghi.

Questo caso, tra l’altro, ne richiama alla memoria un altro simile, avvenuto sempre nel 2017, quando un cittadino gettò discredito sull’operato dei servizi sociali centesi: anche in quel frangente partirono le indagini del caso per individuare i post diffamatori che erano stati diffusi sulla celebre piattaforma social e l’autore che finì a processo, in quanto aveva rivolto pesanti accuse (tra l’altro infondate) nei confronti degli operatori comunali e della loro attività. E anche in quel frangente, il Comune scelse di costituirsi parte civile per tutelare i propri dipendenti.

Valerio Franzoni